LA CELEBRAZIONE
VENEZIA Questa mattina Sergio Mattarella ricucirà lo strappo

Giovedì 25 Aprile 2019
LA CELEBRAZIONE
VENEZIA Questa mattina Sergio Mattarella ricucirà lo strappo con Vittorio Veneto. In occasione del suo ritorno a Nordest per la celebrazione del 25 Aprile, oggi il presidente della Repubblica allungherà di venti minuti il programma inizialmente definito, in modo da visitare anche il Museo della Battaglia a cui di fatto lo scorso 4 novembre il Quirinale aveva preferito il Sacrario di Redipuglia. Più difficile che il presidente della Repubblica riesca invece a ricomporre la frattura che ogni anno si riapre con la ricorrenza della Liberazione, malgrado alla vigilia lo stesso capo dello Stato abbia rimarcato che quel giorno di 74 anni fa «fu il momento fondante della nostra democrazia», che trova il fulcro nella Costituzione «in cui tutti devono riconoscersi» e la cui tutela deve essere oggetto di un'azione costante «anche culturale e politica».
L'ANTICIPAZIONE
Ieri pomeriggio Mattarella ha dato un'anticipazione dei contenuti che riecheggeranno oggi dal Veneto, nel momento in cui ha ricevuto sul Colle una rappresentanza delle associazioni combattentistiche e partigiane, alle quali ha riconosciuto un significativo valore: «La vostra testimonianza è un monito permanente, un argine di verità contro le interessate riscritture della storia». Ma lo sguardo non dev'essere puntato solo sul passato, anzi: «È al futuro d'Italia che dobbiamo guardare». Nella consapevolezza che «la libertà non è un valore acquisito per sempre, ma va difesa e sviluppata», il presidente ha sottolineato che «conoscere la tragedia il cui ricordo è ancora vivo ci aiuta a comprendere le tante sofferenze che si consumano alle porte dell'Europa che coinvolgono popoli a noi vicini». Di qui l'auspicio: «I giovani facciano propri i valori costituzionali. La festa del 25 Aprile ci stimola a riflettere come il nostro Paese seppe risorgere dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. Un vero secondo Risorgimento».
A NORDEST
Parole che arrivano in un Nordest segnato da nuove polemiche. Ieri a Udine l'intervento dell'assessore comunale Alessandro Ciani (Lega), alla commemorazione dei partigiani di Borgo Villalta, è stato accolto dai fischi dell'Usi, organizzazione sindacale che si rifà alla sigla soppressa durante il Ventennio. «È un fascista», hanno urlato i contestatori. «Non mi pare questo il modo di celebrare i valori della Resistenza», ha replicato l'amministratore. Dalla protesta si è dissociata Antonella Lestani, presidente dell'Anpi, affermando che «tutti hanno il diritto di parlare, altrimenti non potremmo chiamarci antifascisti». Intanto oggi nel Vicentino l'assessore regionale Elena Donazzan (Amo il Veneto) onorerà la memoria dei caduti alla foiba di Bus de la Spaluga a Lusiana: «Un gesto ricco di significato, un giusto ricordo ed una preghiera per i dimenticati dall'ufficialità della storia». Il consigliere regionale Graziano Azzalin (Partito Democratico) si dice preoccupato per l'aria che tira: «25 Aprile festa per tutti gli italiani, tranne che per i fascisti. Grave e pericolosa la mancata partecipazione dei ministri leghisti alle celebrazioni».
LA VISITA
Non è però il caso del governatore Luca Zaia, che stamani a Vittorio Veneto accoglierà con il sindaco dem Roberto Tonon il presidente Mattarella. Alle 11 l'alzabandiera in piazza del Popolo, alle 11.15 una breve passeggiata a Serravalle, alle 11.30 la cerimonia al Teatro da Ponte, poi fra le 12.40 e le 12.50 la visita al Museo di Ceneda. Un passaggio rapidissimo: appena il tempo di vedere il piano inferiore della struttura espositiva, firmare l'albo d'onore e ricevere in dono le foto del padre Bernardo quando arrivò in città da ministro. Ma a volte per fare pace possono bastare anche dieci minuti.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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