L'OPERAZIONE
VENEZIA Parte nel Veneto la sperimentazione dei farmaci a domicilio

Mercoledì 1 Aprile 2020
L'OPERAZIONE
VENEZIA Parte nel Veneto la sperimentazione dei farmaci a domicilio per i pazienti positivi al Coronavirus. Il dg della Sanità veneta, Domenico Mantoan, ha trasmesso alle Ulss il protocollo per avviare la sperimentazione di alcuni farmaci direttamente a domicilio, usando una procedura messa a punto dal Comitato scientifico della Regione. Tra questi il Tocilizumab, utilizzato principalmente contro l'artrite reumatoide ma già sperimentato in Italia - a partire da Napoli - contro il Covid-19 e il giapponese Avigan, l'antivirale in grado di intercettare in molti casi i primi sintomi dell'infezione, ma anche un antimalarico come la clorochina e poi medicinali anti-Aids come Lopinavir/Ritonavir o Duranavir/Ritronavir e il Remdesivir, che da anni viene usato per combattere Ebola, la febbre emorragica che miete vittime in Africa.
IL DOCUMENTO
Il documento è stato redatto alla luce delle attuali conoscenze scientifiche degli studi clinici, sulla base della pratica clinica e dello scenario epidemiologico ed organizzativo attuale della Regione Veneto. Sarà soggetto ad aggiornamento periodico in rapporto alle nuove evidenze scientifiche e all'evoluzione del quadro epidemiologico, e si basa sulla revisione delle limitate evidenze scientifiche disponibili al momento e su documenti di indicazione terapeutica sviluppati da enti di riferimento nazionali ed internazionali.
L'Aifa ha autorizzato il rimborso anche in regime domiciliare e a carico del servizio sanitario nazionale dei medicinali per tre mesi. L'impiego è riferito comunque esclusivamente al trattamento e non alla profilassi per Covid-19. I medicinali dovranno essere dispensati dalle farmacie ospedaliere. Ed è prevista la trasmissione ad Aifa dei dati relativi ai pazienti trattati. In questo modo si potranno valutare i benefici di sostanza originariamente utilizzate per la cura di altre malattie.
LA PLATEA
I trattamenti possono dunque partire anche a domicilio e, qualora le terapie fossero iniziate in ospedale, potranno essere proseguite a domicilio o in Rsa, su prescrizione dello specialista infettivologo o pneumologo. Saranno considerati candidati alla terapia domiciliare i pazienti con positività del tampone nasofaringeo. E con determinate caratteristiche: febbre oltre i 38 gradi; tosse; frequenza respiratoria 15-20 atti respiratori/minuto; frequenza cardiaca 51-100 battiti/minuto; pressione sistolica 101-160; saturazione ossigeno inferiore al 95%; saturazione ossigeno dopo il test del cammino. I medici di famiglia o i pediatri, mediante la sorveglianza sanitaria attiva operata con triage telefonico, comunicano il nominativo e l' indirizzo dei pazienti all'Unita speciale di continuità assistenziale (Usca) che opera per valutazioni dei soggetti con sintomi che devono essere considerati come sospetti casi Covid. E così saranno proprio i medici dell'Usca a provvedere alla distribuzione dei farmaci a casa dei pazienti.
Nel frattempo anche Ferderfarma ha chiesto al ministero di poter distribuire gli antimalari e gli antivirali a domicilio attraverso le farmacie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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