L'OPERAZIONE
VENEZIA Dal carcere di Tolmezzo, dove sta scontando una condanna

Mercoledì 14 Marzo 2018
L'OPERAZIONE
VENEZIA Dal carcere di Tolmezzo, dove sta scontando una condanna a dieci anni di reclusione per droga, il calabrese Attilio Vittorio Violi, 54 anni, continuava a gestire gli affari del suo gruppo criminale, facendo uscire gli ordini su pizzini consegnati alla compagna, la trentaquattrenne romena Mariana Dascalu, residente a Marcon. Lo hanno scoperto i finanzieri del Gico di Venezia nel corso della prosecuzione dell'indagine Picciotteria che, nel dicembre del 2015, portò all'arresto dello stesso Violi e di altri affiliati alla Ndrangheta, accusati di importare ingenti quantitativi di stupefacenti destinata anche al mercato veneto (custodita in gran parte a Marcon, in provincia di Venezia) e di occuparsi di reinvestire i proventi illeciti al Casinò di Venezia, come ha rivelato un pentito.
Secondo le Fiamme Gialle, a proseguire l'attività di Violi erano il cognato, Giovanni Pietro Sculli, 48 anni, e il cugino, Rocco Scordo, 40 anni. E ieri l'inchiesta-bis, coordinata dal pm antimafia Paola Tonini, si è concretizzata in due fermi e nell'esecuzione di 16 misure cautelari, dieci delle quali in carcere, tre ai domiciliari e tre obblighi di dimora, emesse dal gip Roberta Marchiori per il reato di associazione finalizzata al traffico di droga (nonché riciclaggio e auto riciclaggio, contestati a Violi). Con oltre duecento uomini impegnati nell'operazione, la Finanza ha eseguito anche 33 perquisizioni, di cui 13 in Veneto, 7 in Calabria e 9 in Lombardia.
LA PISTA SLOVACCA
Tra gli arrestati figura Antonino Vadalà, alias Denny, Vitello o Bovino, il quarantaduenne di Bova Marina già fermato il Slovacchia (e poi rilasciato) nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua fidanzata, uccisi lo scorso 26 febbraio per fermare un'inchiesta giornalistica finalizzata a ricostruire i legami fra politici slovacchi, imprenditori italiani e Ndrangheta.
IL PROCURATORE
I dettagli dell'operazione sono stati illustrati ieri mattina in una conferenza stampa, alla presenza del comandante provinciale della guardia di finanza di Venezia, Giovanni Avitabile, e del procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, il quale ha parlato di «risultato importante», raggiunto grazie alla capacità delle Fiamme Gialle, ma anche alla collaborazione fornita dalle autorità slovacche e dall'EuroJust. Il colonnello Gianluca Campana, comandante del Nucleo di polizia tributaria, ha spiegato che, dopo gli arresti del dicembre 2015, il gruppo criminale si è rimesso in attività dalla Calabria, e alcuni componenti facevano visita in Veneto una volta al mese per gestire gli affari. Ed è stato proprio in occasione di una delle gite al Nord che sono stati fermati Sculli e Scordo, arrivati nel Veneziano da poche ore: secondo la Procura sapevano dell'inchiesta in corso e progettavano di scappare.
IL TRUCCO
Per le importazioni dal Sudamerica, Violi & C avevano escogitato un trucco: la droga viaggiava nascosta tra carichi di frutta, ordinata da società regolarmente operanti nel settore, una delle quali di Vadalà. A scoprirlo è stato un agente sotto copertura, che per mesi è stato infiltrato nell'organizzazione criminale. Per la droga sequestrata nel 2015 sono già state inflitte pesanti condanne in appello: conclusi i processi per i singoli episodi, ora viene contestato il reato di associazione finalizzato al traffico di droga, ritenendo che fosse operativa una vera e propria organizzazione criminale, al cui vertice, oltre a Violi, vi sarebbero Leo Zappia, 60 anni e Santo Morabito, 54 anni. Il primo ieri è stato arrestato; nei confronti del secondo il gip ha ritenuto di non poter emettere una nuova ordinanza di custodia cautelare trattandosi di fatti analoghi a quelli per cui è finito in carcere nel 2015 e già condannato a 6 anni e 8 mesi. Complessivamente le persone finite sotto inchiesta sono 28, tra cui figurano due veneziani, con ruoli minori: Guido Di Francesco, 53 anni, di Mestre (finito ai domiciliari) ed Eleonora Arnini, 29 anni di Scorzè (indagata a piede libero).
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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