Insieme per 20 anni, ma il padre si ammala e gli resta poco da vivere: il figlio lo uccide

Venerdì 7 Agosto 2020 di Marina Lucchin
Insieme per 20 anni, ma il padre si ammala e gli resta poco da vivere: il figlio lo uccide

CORBOLA (ROVIGO) Il padre era il centro della sua vita. Hanno abitato insieme quasi vent'anni, solo loro due, in quella fatiscente casa di Corbola, nel profondo Basso Polesine. E nonostante i suoi problemi psichiatrici, era il figlio Simone Roma, 45enne, che negli ultimi anni, segnati dalla vecchiaia e da una grave malattia, si era preso cura di papà Terenzio. L'anziano mercoledì era stato dimesso dopo qualche giorno di ricovero all'ospedale di Adria, in provincia di Rovigo. E i medici avevano fatto capire ai familiari di tenersi pronti al peggio, perché ormai gli rimaneva poco da vivere.
 

Uccide il padre: il movente

Una notizia che ha probabilmente sconvolto la già fragile mente del figlio, che alla sera, intorno alle 19, quando ha visto nella camera da letto la foto del papà, che lo ritraeva sorridente e in salute, così diverso da com'era negli ultimi giorni, sofferente e sempre più debole, ha preso delle forbici e gliele ha piantate nel collo, colpendolo poi anche alla testa. Forbici trovate lì nella stanza, di quelle da ufficio, con la punta arrotondata, tanto che hanno provocato delle lievi lesioni. L'anziano però è morto poche ore dopo il ricovero in ospedale e per il figlio è scattato il fermo per omicidio.

Nell'abitazione, oltre a Simone c'era una delle sue tre sorelle maggiori, figlia del primo matrimonio di Terenzio Roma. E con lei il marito. Sentendo quei colpi, la donna era corsa nella camera da letto del padre, trovando il fratello che ancora brandiva le forbici. È scattato così l'allarme con la chiamata alla cognata Lucilla Gramolelli, consigliere comunale: «Vieni, Simone ha aggredito il padre», le ha comunicato al telefono. La donna, impossibilitata ad andare lì di persona, ha quindi contattato il sindaco Michele Domeneghetti, che si è precipitato nell'abitazione e ha allertato i carabinieri e il Suem. «Sono stato con Simone, che a un certo punto si era agitato per la presenza di tutte quelle persone. Voleva stare vicino al papà».
 
 

Nessuna premeditazione

Cosa sia scattato nella testa del 45enne non è ancora chiaro. L'ipotesi che si fa sempre più strada nelle indagini dei carabinieri è che l'aggressione non sia stata un gesto violento senza senso, ma un atto disperato dettato dal mix di dolore, amore e pietà che gli avrebbe suscitato la vista dell'anziano genitore, arrivato ai suoi ultimi giorni di vita, costretto a una lenta agonia.

Non è stata un'azione premeditata. Lo confermerebbero le parole della badante Maurizia Pericoli, cui Simone Roma aveva telefonato nel pomeriggio, intorno alle 17, quando il padre era tornato dall'ospedale: «Stasera puoi venire a far la notte? Papà sta male». La donna ora non si dà pace: «Se solo fossi andata, forse non sarebbe successo. Non capisco cosa sia scattato in Simone, amava suo padre. Ogni mattina veniva al bar a prendergli la brioche».

Anche il 45enne - omonimo del padre, ma per tutti semplicemente Simone - è in ospedale: per lui è scattato il trattamento sanitario obbligatorio. Il magistrato sta ancora valutando se richiedere una perizia psichiatrica. È stato sottoposto a fermo, indagato per omicidio. Sarà l'autopsia, disposta dal magistrato di turno a stabilire se le ferite inferte dal figlio al padre siano state la causa della morte. Il dubbio che il decesso sia sopraggiunto per altri motivi c'è: le ferite provocate all'85enne con le forbici erano di lieve entità e la morte è sopraggiunta qualche ora dopo. Il Gip, in ogni caso, ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nel reparto di psichiatria dell'ospedale.

Il sindaco Domeneghetti, il primo ad arrivare nell'abitazione dopo il fatto, si dice stupefatto: «Nonostante la sua invalidità mentale, Simone non è mai stato violento.
In paese era conosciuto da tutti e mai ha avuto reazioni in tal senso. Ciò nonostante non si può sapere come le persone con questa patologia possano reagire a certe sollecitazioni emotive».

Ultimo aggiornamento: 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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