L'italiano: «Io, ostaggio del campus universitario»

Venerdì 24 Gennaio 2020
IL CASO
ROMA Sarebbe dovuto rientrare in Italia tra quattro giorni, invece si ritrova bloccato, blindato dentro un campus universitario, senza sapere quando potrà ripartire. Nella cinese Wuhan, che descrive come un luogo «spettrale», c'è anche uno studente abruzzese, Lorenzo Di Berardino, uno della ventina di connazionali costretti a rimanere in città dal blocco in entrata e in uscita deciso dalle autorità cinesi. Su Twitter racconta come si vive in queste ore nell'epicentro dell'epidemia del coronavirus che sta provocando un'allerta globale.
L'universitario è arrivato a Wuhan a settembre con la prospettiva di restarci per un semestre di studio. «Sarei dovuto rientrare in Italia lunedì - spiega - ma con queste nuove disposizioni la cosa molto probabilmente non sarà possibile. Come tutti gli altri abitanti della città rimaniamo in casa per quanto si può». L'unica uscita all'esterno, spiega, «è stata una scampagnata in un supermarket della città per fare scorta di cibo», testimoniata dal giovane anche con un video postato sul suo profilo social, che mostra uno scenario quasi surreale. «Le poche persone che si vedono per strada - racconta - sono coperte dalla testa ai piedi, che poi è anche quello che abbiamo fatto noi per evitare in tutti i modi di essere esposti a qualsiasi tipo di rischio». Il giovane spiega di essersi messo in contatto con l'ambasciata italiana di Pechino «ma per il momento non si hanno ulteriori informazioni sulla possibilità di lasciare la città e il paese.
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