L'INCONTRO
ROMA L'Italia parla continua a parlare con l'Europa, ma la prossima

Sabato 10 Novembre 2018
L'INCONTRO ROMA L'Italia parla continua a parlare con l'Europa, ma la prossima
L'INCONTRO
ROMA L'Italia parla continua a parlare con l'Europa, ma la prossima settimana invierà a Bruxelles una versione del Documento programmatico di bilancio in cui non cambiano quelli che Giovanni Tria ha chiamato i «pilastri principali» della manovra. Questo non vuol dire però che il testo sarà la fotocopia di quello che è già stato bocciato dalla commissione: il ministero dell'Economia lavora per inserire nel testo scenari alternativi che tengano conto di un possibile peggioramento della congiuntura economica, con conseguente previsione di crescita rivista al ribasso. Resterà invece fissato al 2,4 per cento il tetto massimo in termini di rapporto deficit/Pil, ma verranno specificati e precisati gli interventi che potranno scattare per garantire in ogni caso il rispetto di questa soglia.
LA SCELTA
Ieri il ministro ha visto a Roma il presidente dell'Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno. Un segnale che il confronto va avanti, dopo le riunioni in cui Tria era apparso piuttosto isolato rispetto a tutti i suoi colleghi. Ma il ministro portoghese non ha certo la possibilità di cambiare uno scenario in cui tutti i Paesi dell'area euro meno l'Italia sostengono la posizione della commissione; e dunque ha ribadito la richiesta di una significativa revisione della manovra, a cui il governo non potrà però adeguarsi. Nel giustificare questa scelta, Tria ha indirizzato una frecciata al precedente esecutivo, che era riuscito a evitare di violare le regole sul deficit grazie a misure temporanee come le clausole di salvaguardia sull'Iva. In questo modo l'Italia si era messa al riparo anche dalla procedura sul debito, nonostante la relativa regola sia stata formalmente violata già dal 2017. Ora però mantenere quegli obiettivi (disavanzo allo 0,8% nel 2019) richiederebbe una «manovra restrittiva violentissima» e dunque per il ministro sarebbe «un suicidio». «Non credo che la commissione si aspetti una reazione di questo tipo ha detto» il ministro dell'Economia.
L'incontro con Centeno è avvenuto nella stessa giornata in cui in Parlamento Tria ha ribadito la posizione dell'esecutivo. Senza sciogliere però il nodo sui tempi di implementazione di reddito di cittadinanza e revisione della legge Fornero: le norme potrebbero arrivare con un disegno di legge collegato alla manovra (con tempi di approvazione più lunghi) oppure per decreto entro dicembre.
L'AUDIZIONE
Subito dopo è stato ascoltato dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera il vicedirettore della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini. Da Via Nazionale sono arrivate perplessità e osservazioni critiche su vari aspetti del disegno di legge di bilancio, del quale per la verità mancano ancora alcune parti importanti. Intanto Signorini ha osservato come già quest'anno il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, che ha portato lo spread con il Bund tedesco intorno ai 300 punti (valore di nuovo sfiorato ieri) comporti un incremento di 1,5 miliardi della spesa per interessi, rispetto allo scenario dello scorso aprile: un maggior esborso destinato a crescere - se la situazione resterà la stessa - a 5 miliardi nel 2019 nel 2020. Quanto alla manovra vera e propria, la Banca d'Italia ha dei dubbi sugli effetti espansivi, perché «una politica di bilancio espansiva, pur utile in fasi cicliche particolarmente avverse, non garantisce la crescita nel medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare». Altre perplessità riguardano il condono inserito nel decreto fiscale, per le conseguenze negative che potrebbe avere sulla fedeltà dei contribuenti, e il reddito di cittadinanza, per il quale si raccomanda una messa a punto molto attenta. Il rischio in questo caso è che risulti scoraggiata l'offerta di lavoro. Tanto più che i centri per l'impiego hanno attualmente un ruolo marginale» riuscendo a trovare un lavoro dipendente solo al 2 per cento dei disoccupati.
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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