L'INCHIESTA
VENEZIA Un professionista inglese, che vive e lavora a Londra, proponente

Domenica 21 Febbraio 2021
L'INCHIESTA
VENEZIA Un professionista inglese, che vive e lavora a Londra, proponente del vaccino Pfizer-Biontech. Così si sarebbe presentato alla Regione Veneto tre settimane fa e così comparirebbe nell'elenco consegnato venerdì dal direttore generale Luciano Flor ai carabinieri del Nas. I condizionali abbondano nel racconto pubblico della complessa trattativa, basata su contatti riservati ora coperti dal segreto investigativo, ma il nome dell'intermediario britannico sarebbe quello di maggiore spicco nella lista su cui ha acceso un faro la Procura di Perugia: conosciuto nell'ambiente farmaceutico come una figura di massima rispettabilità, il broker proverebbe l'esistenza di un mercato parallelo (e a suo dire legale) rispetto al canale distributivo attualmente utilizzato dalla Commissione Europea.
GLI APPROFONDIMENTI
Com'è noto, sul piano normativo la materia è ancora nebulosa, tanto che gli stessi legali di Palazzo Balbi stanno svolgendo approfondimenti giuridici sugli acquisti in autonomia. Da sempre la Regione, come peraltro tutte le altre, compra sul mercato anche internazionale medicinali, dispositivi e apparecchiature. Infatti per Azienda Zero, centrale acquisti per conto delle Ulss, è una procedura abituale quella di chiedere all'Agenzia italiana del farmaco l'autorizzazione all'importazione delle merci sanitarie prodotte oltre confine.
Come però ha fatto notare la stessa Aifa, il piano vaccinale è stato definito dal Governo e approvato dal Parlamento sulla base di una strategia comunitaria. Di conseguenza la validazione tecnica dell'ente regolatorio è stata ritenuta insufficiente per consentire l'arrivo dall'estero di 4 milioni di dosi, numero quantificato nella richiesta inviata da Flor il 3 febbraio, tant'è vero che lo stesso dg ha poi inoltrato l'istanza anche alla struttura del commissario straordinario Domenico Arcuri,
RICETTAZIONE O TRUFFA
Ciò detto, al momento non può però dirsi assodata nemmeno la stessa sussistenza di un mercato parallelo, a giudicare dagli opposti punti di vista con cui i diversi inquirenti guardano al fenomeno delle offerte di dosi-extra, peraltro smentite dai produttori.
Da una parte, la Procura di Roma procede per ricettazione. Dopo la denuncia presentata dagli uffici di Arcuri, relativa a una presunta disponibilità di AstraZeneca e Sputnik, l'aggiunto Nunzia D'Elia ipotizza quindi che i vaccini siano disponibili al di fuori dei canali europei, ma che si tratti di fiale dalla provenienza illecita, magari perché sottratte ad altri.
Dall'altra parte, invece, la Procura guidata da Raffaele Cantone contesta al commercialista siciliano che si era proposto alla Regione Umbria il tentativo di truffa (oltre che la sostituzione di persona). L'ipotesi del sostituto Gennaro Iannarone è che il 50enne abbia millantato la disponibilità del vaccino AstraZeneca, che invece non sarebbe nella disponibilità né sua né altrui, tant'è vero che l'uomo è accusato di aver agito «asserendo falsamente che anche altre regioni italiane e Stati esteri si stavano organizzando per effettuare simili acquisti». Per inciso il mediatore, che si proclama vittima di «un equivoco», afferma di non sapere nulla dell'esplorazione condotta da Flor: «Non ho avuto contatti con la Regione Veneto». Ma al momento l'idea degli inquirenti umbri è che l'esistenza di un mercato parallelo sia tutta da dimostrare, motivo per cui il Nucleo anti-sofisticazione di Treviso è stato delegato ad acquisire i documenti in possesso del Veneto, dato che la Regione non ha mai nascosto di avere in corso sondaggi commerciali in tal senso e anzi ha spiegato di voler contribuire a fare chiarezza sulle dinamiche di questo misterioso mercato.
I NUMERI
Sono una ventina i nominativi forniti da Flor al Nas. Fra questi, ci sarebbe appunto anche quello dell'intermediario inglese del vaccino PfizerBiontech, promotore della proposta da 12 milioni di dosi, con tempi di consegna stimati addirittura in soli dieci giorni. La sua offerta sarebbe stata ritenuta attendibile, non solo per la credibilità riscossa dall'emissario fra gli addetti ai lavori, ma anche per la precisione con cui avrebbe dettagliato i numeri dei lotti interessati dalla possibile fornitura. Da quelle stringhe potrebbero ora partire gli investigatori, per risalire alle fiale e accertarne la genuinità. Sarebbe il primo barlume di luce, dopo tanto buio.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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