L'INCHIESTA
VENEZIA Il loro nome non è ancora stato collegato a tesori nascosti

Mercoledì 17 Aprile 2019
L'INCHIESTA VENEZIA Il loro nome non è ancora stato collegato a tesori nascosti
L'INCHIESTA
VENEZIA Il loro nome non è ancora stato collegato a tesori nascosti all'estero, provento di evasione fiscale, ma evidentemente non stanno dormendo sonni tranquilli e così hanno preferito anticipare i tempi, facendosi vivi prima di essere scoperti ed evitare conseguenze peggiori.
Tre noti imprenditori hanno chiesto di essere ricevuti dagli inquirenti che stanno indagando sulla cosiddetta lista De Boccard, scoperta in Svizzera dal procuratore aggiunto di Venezia, Stefano Ancilotto, nella prosecuzione dell'inchiesta relativa allo scandalo Mose, che ha consentito di trovare in Croazia tracce di un conto corrente ritenuto riferibile all'allora presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ma anche di individuare numerosi imprenditori che hanno investito decine di milioni di euro di nero in paradisi fiscali anche attraverso la presunta complicità di PVP, un noto studio di commercialisti di Padova, i cui soci, Guido Penso, Paolo Venuti e Christian Penso, sono ora accusati di riciclaggio.
LA CONVOCAZIONE
La convocazione dei tre imprenditori è imminente e gli investigatori sono curiosi di sapere cosa vorranno raccontare. Non è escluso che siano i primi di una serie: i nomi di investitori italiani contenuti nella lista De Boccard (dal nome del consulente quasi ottantenne, Bruno De Boccard, indagato a Venezia per esercizio abusivo di attività finanziaria) sono infatti un centinaio e, poco alla volta, gli uomini della Guardia di Finanza li stanno identificando. Finora, tutti quelli già riconosciuti hanno ammesso di aver investito all'estero, dietro il paravento di società fiduciarie con sede a Panama, piuttosto che a Dubai o alle Bahamas, ma hanno spiegato di aver aderito allo scudo fiscale, regolarizzando le consistenti somme illecitamente sottratte al Fisco dietro il pagamento di imposti modesti (nel 2009 fu stabilita una percentuale del 5 per cento, a titolo di imposte, interessi e sanzioni).
Tra loro figura l'imprenditore calzaturiero padovano Damiano Pipinato, il quale avrebbe nascosto all'estero circa 37 milioni di euro solo attraverso lo studio Pvp); gli immobiliaristi Fabio e Mattia Campagnaro (5 milioni di euro), Sergio Marangon (1,2 milioni), Roberto e Luca Frasson (1,5 milioni); l'imprenditore agricolo Luigi Primo Faccia (250 mila euro); i calzaturieri Renè Fernando Caovilla (Caovilla Calzature, 2,2 milioni), Ignazio e Filippo Baldan (250 mila dollari); Giovanni Roncato (Valigeria Roncato, 13 milioni), Mauro Mastrella (macchinette per sale giochi, 800 mila euro); l'albergatore veneziano Odino Polo (un milione) e gli albergatori di Montegrotto e Padova Mariarosa e Stefano Bernardi (3 milioni) e Giovanni Gottardo (500 mila euro). Altre persone coinvolte, per cui gli inquirenti non sono riusciti a ricostruire gli importi, sono il commercialista Agostino Crisanti, Vittorino Pamio (abbigliamento), Giuseppe Vecchiato, Lino e Luca Barillari.
IL CONDONO
Nessuno di loro è indagato: l'evasione fiscale risale a molti anni fa e quindi è prescritta o è stata condonata, attraverso scudo fiscale o con voluntary disclosure, la cosiddetta collaborazione volontaria con cui il fisco dà la possibilità ai contribuenti che hanno qualche situazione pendente di regolarizzare la propria posizione fiscale. Ma non è escluso che nella lista dei cento vi sia anche il nome di qualcuno che il tesoro all'estero per qualche motivo non lo ha scudato e dunque potrebbe essere ancora chiamato a risponderne.
GLI ACCERTAMENTI
La lista De Boccard contiene un migliaio di nomi, relativi ad investimenti avvenuti tra il 2007 e il 2014: molti i francesi, qualche russo, tedesco e anglosassone. Suddivisa in nove colonne, ogni pagina riporta il nome della società fiduciaria, il gestore, l'amministratore, il nome o la sigla del reale investitore (persona fisica o società) e alcune altre informazioni che le Fiamme Gialle stanno incrociando con dati rinvenuti nelle perquisizioni effettuate durante l'inchiesta nel tentativo di individuare i presunti evasori italiani.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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