L'inchiesta punta su proprietari e gestori nel mirino le falle del piano di evacuazione

Martedì 11 Dicembre 2018
IL FOCUS
ANCONA C'è qualcosa da rivedere nell'industria dei locali notturni se a quattro giorni dalla tragedia di Corinaldo ancora non sappiamo quanti ragazzi vi fossero all'interno del Lanterna Azzurra. E forse non lo sapremo mai, anche se la procura di Ancona disporrà una perizia tecnica; i carabinieri hanno chiesto la collaborazione di chi si trovava lì quella notte, hanno diffuso un appello a fornire biglietti dei bus navetta, ticket consumazione, video, tutto ciò che servirà a capire se - come molti testimoni sostengono - dentro al locale c'erano troppe persone. Saranno analizzati i filmati per capire quanti ragazzi appaiono ogni metro quadrato e così si farà una stima delle presenze totali.
NUMERI
Per la serata di Sfera Ebbasta - un dj set che è poco più di una comparsata, visto che il trapper quella sera si esibiva anche a Rimini - erano stati stampati con il timbro Siae 1.600 biglietti, il triplo della capienza del locale. Secondo la Procura, però, ne risultano venduti 466, mentre 919 non sono stati vidimati, in apparenza sono invenduti. Ne mancano 215, distribuiti ai pr e dunque serviranno altre verifiche.
La procuratrice Monica Garulli conferma che la sala principale può contenere 459 persone, le altre due sale non erano utilizzate, perché una serviva per depositare gli strumenti, l'altra era vuota. Ma soprattutto: c'erano altri canali per ottenere l'accesso al Lanterna Azzurra, secondo gli investigatori, dalle liste dei pr all'acquisto di ticket consumazione. Per questo, anche sulla base dei primi filmati visionati, c'è la convinzione che le persone fossero vicino al migliaio.
TESI
La tesi degli organizzatori è che in una discoteca c'è ricambio, per questo erano stati stampati 1.600 biglietti, ma non significa che i frequentatori siano presenti tutti contemporaneamente nel locale. È un fatto quella sera tutti aspettavano Sfera Ebbasta e che alcune scuole di Senigallia si erano date appuntamento lì per una festa. Spiega un tecnico dei vigili del fuoco: «La commissione che rilascia i permessi lo fa sulla base della capienza, dunque le uscite di sicurezza potevano anche essere sufficienti, ma se poi c'erano dentro più persone del dovuto il ragionamento salta». Altro dato: gli organizzatori dovranno chiarire se si trattava di un concerto o di una serata con dj, perché il tipo di autorizzazione è differente. Sono tutti dettagli su cui la procura sta lavorando e per questo ha iscritto nel registro degli indagati i tre soci della Magic Srl, che gestiva la serata: Quinto Cecchini, Carlantonio Capone e l'amministratore unico Francesco Bartozzi. Quattro sono invece i proprietari dell'edificio che fa capo alla famiglia Micci. Alberto, il più anziano, vive sopra il locale, gestiva un tempo la balera.
Nei prossimi giorni però la lista degli indagati potrebbe allungarsi, perché sarà valutato anche l'operato della società che garantiva il servizio di sicurezza. Gli investigatori vogliono capire se, quando si è diffuso il panico, la folla sia stata gestita in modo professionale, se è vero come dicono alcuni testimoni, che in un primo momento le uscite di sicurezza erano chiuse e perché la maggior parte puntava verso la maledetta passerella dove si è creata la calca e sono crollate le balaustre. Conclude la procuratrice Garulli: «Stiamo accertando se il piano di evacuazione è stato gestito in maniera corretta oppure no. È evidente che sulla passerella l'afflusso era superiore al margine di tolleranza». La procura è certa che tre ragazzi sono morti schiacciati nella calca e nel crollo delle balaustre nell'uscita che portava all'area fumatori, per gli altri ancora si stanno facendo delle indagini.
M.Ev.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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