L'INCHIESTA
MOGLIANO VENETO (TREVISO) Cellulare e computer: è dentro questi

Giovedì 25 Marzo 2021
L'INCHIESTA MOGLIANO VENETO (TREVISO) Cellulare e computer: è dentro questi
L'INCHIESTA
MOGLIANO VENETO (TREVISO) Cellulare e computer: è dentro questi due apparecchi che i carabinieri, d'intesa con il sostituto procuratore Giulia Dal Pos, cercano la verità sull'accoltellamento di Marta Novello. I dispositivi sono stati sequestrati al 15enne di Mogliano Veneto che da lunedì sera si trova nel carcere minorile di Treviso, con la pesante accusa di tentato omicidio, reato dietro a cui gli inquirenti ipotizzano un assalto a scopo di rapina. Ma i dubbi continuano ad essere tanti, vista anche l'efferatezza dell'aggressione consistita in una ventina di fendenti, tanto che l'avvocato Matteo Scussat delinea già un abbozzo di difesa che sembra aprire la strada alla valutazione sulla capacità di intendere e di volere del suo assistito: «Quale che sia il movente e l'evento scatenante, modalità e circostanze dell'azione fanno pensare ad un disagio, ad un disturbo che andrà indagato».
IL SOPRALLUOGO
L'inchiesta è in pieno corso, proprio per fare luce sui diversi punti oscuri della vicenda, in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto, che dovrebbe svolgersi domani. Per questo il pm Dal Pos, insieme ai carabinieri della compagnia di Treviso, ha effettuato un sopralluogo a Marocco. Il magistrato della Procura per i minorenni di Venezia ha voluto rendersi personalmente conto dell'area in cui è esplosa la violenza, percorrendo via Marignana, la lunga strada che dal Terraglio conduce verso la campagna e che tutti i giorni è battuta da podisti e ciclisti. Perché il ragazzino ha scelto proprio quell'arteria, indubbiamente periferica ma parecchio frequentata, per rapinare una donna quando il sole era ancora alto? Alle 17, con la luce del giorno, l'aggressore non poteva certo sperare di passare inosservato e difatti i primi due passanti si sono subito fermati: gli operai veneziani, in transito come tanti altri visti i diversi cantieri della zona, hanno prontamente prestato i soccorsi e dato l'allarme.
L'ANALISI
L'altra stranezza attiene al possibile bottino: uscita per correre, Marta aveva con sé solo le cuffiette e il telefonino, in aggiunta alle chiavi di casa. Quali soldi pensava di poterle rubare l'adolescente? Eppure gli investigatori ritengono che lo studente dell'Alberghiero avesse proprio bisogno di denaro. Per comprare della droga, come si vocifera nel quartiere? Oppure per pagarsi qualche altro sfizio, o magari per saldare un debito pregresso? Sono tutti interrogativi a cui cercheranno di dare una risposta gli accertamenti. Ad esempio verranno sentite le persone che ne conoscono le frequentazioni e le abitudini. Ma per ricostruire profilo e contatti, verrà effettuata pure l'analisi del pc e dello smartphone, quello che il 15enne ha lasciato a casa dopo aver mandato alle 13.55 un messaggio alla chat degli amici, denominata ironicamente Ms(C crociere): «Chi esce oggi?».
I CONSULENTI
Non a caso la difesa valuterà la nomina dei propri consulenti, intanto per gli aspetti di informatica forense, ma probabilmente anche per una valutazione psicologica dell'indagato. «Si parla di una rapina, anche se vi sono aspetti di atipicità della condotta che sfuggono all'ordinarietà», sottolinea l'avvocato Scussat, ribadendo la volontà del suo assistito di rispondere alle domande degli inquirenti. «Ho incontrato il ragazzo in caserma riassume il legale dopo l'arresto. In questa sede non abbiamo avuto né modo, né tempo per un confronto sereno sui fatti occorsi. Conseguentemente, in mia presenza non ha reso alcuna dichiarazione. Il confronto c'è stato ieri (martedì, ndr.) mattina presso il centro di prima accoglienza minori del carcere di Treviso. Il ragazzo ha ricostruito la vicenda, abbiamo parlato del movente e della dinamica dei fatti. Ci incontreremo nuovamente in vista del giudizio di convalida dell'arresto. Prima di tale udienza non rilascerò alcuna dichiarazione. Ho dei doveri deontologici e devo salvaguardare l'interesse del minore. I processi si fanno in tribunale». L'ultimo pensiero va di nuovo alla vittima: «La famiglia è scossa, chiusa nel dolore, esprime viva preoccupazione per le condizioni di salute di Marta e vicinanza alla sua famiglia».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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