L'INCHIESTA
COMO È l'ennesima storia dell'orrore e di violenza nei confronti

Domenica 24 Gennaio 2021
L'INCHIESTA
COMO È l'ennesima storia dell'orrore e di violenza nei confronti di un bimbo, quella per cui nel Comasco è morta la piccola Sharon di appena un anno e mezzo e per cui ieri è finito in cella il compagno della madre. Inizialmente sembrava un tragico infortunio, con la bimba che lo scorso 11 gennaio si era tirata addosso una stufetta appoggiata su un mobile-scarpiera. Ma poi è emerso un altro film da quel taglio sul labbro che ha allarmato mamma e nonna, al punto da far scattare le indagini coordinate dal Antonia Pavan e dal procuratore Nicola Piacente. Così il 25enne, un disoccupato senza precedenti che da una settimana si era allontanato dall'appartamento della tragedia a Cabiate, ieri mattina è stato rintracciato dai carabinieri a Lentate sul Seveso, in Brianza, ed è stato portato in cella.
LE ACCUSE
Al momento le accuse sono di maltrattamenti aggravati dalla morte della bimba (un'imputazione che potrebbe trasformarsi in omicidio) e di violenza sessuale, con l'aggravante dell'età della vittima. L'inchiesta inizialmente è stata iscritta come incidente domestico. Infatti la piccola, in genere curata dai nonni materni, mentre era in casa (come di rado accadeva) con il fidanzato della madre, aveva perso i sensi. Lui aveva spiegato alla suocera che Sharon era stata colpita dalla stufa che aveva fatto accidentalmente cadere ma, nonostante il colpo alla testa, aveva continuato a giocare per un paio d'ore. Viste le tracce di vomito sulla maglietta della nipotina, la nonna aveva capisce che la situazione era grave, tanto che la piccina era stata trasportata con l'elisoccorso all'ospedale di Bergamo. Il decesso era sopraggiunto il giorno dopo. L'esito dell'autopsia e la relazione preliminare del medico legale hanno squarciato il velo su una vicenda orribile. La Procura ritiene che la bambina sia stata picchiata non solo il giorno prima di morire, ma anche in altre circostanze, quando sarebbe stata anche violentata. Il gip Andrea Giudici, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza, ha accolto la richiesta della misura cautelare nei confronti dell'uomo, che si trova ora in carcere e che martedì verrà interrogato.
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