L'ex generale della GdF pronto a governare: «Nessuna sorpresa, qui la sinistra ha stancato»

Lunedì 25 Marzo 2019
IL PERSONAGGIO
POTENZA La campagna elettorale gliel'ha fatta in buona parte Salvini. Lui pochi comizi da solo, mai dichiarazioni roboanti. Vito Bardi, generale della Guardia di Finanza in pensione, ha mantenuto un profilo basso che gli si addice. «Io non sono uno di quelli che sparano promesse a vanvera. Vado avanti con il buon senso e con la voglia di fare». E così, questo signore che non ha potuto votare per se stesso in Basilicata (risiede infatti a Napoli da tanto tempo) sta per diventare, se lo spoglio dei voti ancora in corso dirà questo, il primo governatore di centrodestra della storia di questa regione. Da 25 anni, sempre il centrosinistra, e ora lui.
Sorpresa? «Macché. Lo strapotere della sinistra ha stancato tutti. Noi portiamo aria nuova e idee nuove». Così dice Bardi. Per il quale Tajani si è speso molto in campagna elettorale e che è stato personalmente scelto da Berlusconi.
Con Toti (che però non è più del tutto berlusconiano), il generale con i baffetti ben curati e l'aspetto da italiano d'antan sembra a un passo dal diventare il secondo governatore forzista della Penisola. Si narra che fu tra i primissimi, quando ancora l'inchiesta era coperta dal massimo riserbo, a conoscere dai suoi sottoposti tutti i segreti dell'indagine sulle escort che Gianpaolo Tarantini portava a Berlusconi.
GLI OBIETTIVI
Ha 67 anni, è nato a Potenza, non è iscritto a Forza Italia, e Berlusconi non fa che presentarlo come «il fuoriclasse della società civile». «Il Presidente è troppo gentile - dice lui - io mi limito a dire che ce la metterò tutta perché questa regione smetta di spopolarsi, sfrutti finalmente tutte le sue potenzialità turistiche che non sono soltanto a Matera e investa nella sanità». Dice così mentre attende i risultati in un albergo alla periferia di Potenza, l'Hotel La Primula. E' stato indagato per la vicenda della P4 ma ne è uscito, ha avuto il procuratore Woodcock più volte alla calcagna ma niente: «Io ero e resto una persona serena». La Basilicata è maglia nera per l'occupazione. «Va invertita questa rotta. Vanno sostenute le imprese e soprattutto quelle innovative. Serve una defiscalizzazione e puntare su formazione e meritocrazia». Un berlusconiano super-doc, ecco.
Estrazioni? «Mi impegnerò, per dirla con uno slogan, così: no trivelle e più royalties». E questa, come sa bene il generale forzista e qui sanno tutti, è una questione cruciale. C'è la scadenza delle royalties e vanno ricontrattate con le compagnie petrolifere. Quanto alle estrazioni, i niet dei 5 stelle e del centrosinistra di Pittella sono stati nettissimi e molti credono che quello di Bardi non lo sarà altrettanto. Ma questo si vedrà. Intanto, il generale promette: «Dovremo fare l'aeroporto a Potenza». Oltre alle autostrade e alle ferrovie.
LO STILE
Lui - cravatta e completo di buon taglio e no felpe o ruspe o gran mangiate di peperone crusco dal palco o foto con la t-shirt dell'Eni come ha fatto il Capitano - è antropologicamente l'opposto rispetto a Salvini. Ma dovrà convivere con la Lega. «Ognuno è fatto in un modo, l'importante è stare uniti e noi lo siamo». Ma intanto bisogna vedere, mentre lo spoglio continua, se alla fine il peperone crusco più lungo lo avrà la Lega o Forza Italia. Se vincerà l'opzione numero due, il Cavaliere santificherà Bardi e sarebbe capace di ingaggiarlo perfino come bomber del suo Monza viste le sue capacità di vincere fuori casa.
M.A.
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