L'ESPERTO
VENEZIA Come va ripetendo ormai da quasi due anni, nemmeno il signore

Martedì 16 Novembre 2021
L'ESPERTO
VENEZIA Come va ripetendo ormai da quasi due anni, nemmeno il signore della virologia possiede la sfera di cristallo. Del resto a uno scienziato qual è Giorgio Palù, docente emerito all'Università di Padova, compete indicare un percorso di razionalità per l'uscita dal tunnel. «Prima di arrivare al lockdown, dovremmo vaccinare chi non si è immunizzato, favorire la terza dose al compimento dei sei mesi dalla seconda e commutare il Green pass in certificato vaccinale», suggerisce il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico scientifico nazionale.
IL VIRUS
La diretta di Palù da Marghera, ospite della Regione, è una controffensiva alle bufale dei social. «Certo che il contagio è possibile anche nei vaccinati ammette il virologo perché nessun vaccino protegge al 100%. Il virus cambia: se circolasse ancora il ceppo di Wuhan, avremmo una protezione dall'infezione al 95%; se circolasse solo la variante Alpha, la copertura sarebbe all'85%. Invece circola Delta, che è più contagiosa per via delle mutazioni, per cui gli esperimenti condotti in Israele, Gran Bretagna e Stati Uniti, mentre l'Italia latita, ci dicono che clinicamente la protezione dal contagio diminuisce dal 95% dapprima al 70%, poi al 60%, quindi al 50% e infine al 45%, ma rispetto alla malattia grave rimane oltre il 90%. Ecco perché è importante il richiamo: le prime due dosi si chiamano priming e danno l'innesco, la terza è definita booster e stimola le cellule cellule-memoria, dando una risposta superiore di 10 volte e coprendo tutti i mutanti con un'efficacia elevatissima». Reazioni avverse? «Vanno valutate nel contesto rischi-benefici. Come recita l'aforisma medico: prevenire è meglio che curare. E se leggiamo il bugiardino dell'aspirina, vediamo che può causare molti più problemi del vaccino». Doppia iniezione, contro il Covid e contro l'influenza, nello stesso momento? «Non c'è alcuna ragione immunologica o virologica per distanziarle». Misurazione del titolo anticorpale: sì o no? «Non esiste ancora per questa malattia un parametro immunologico di protezione. Alcuni tipi di proteina S correlano con gli anticorpi neutralizzanti, ma questo esame richiede un sacco di soldi, alcuni giorni di lavorazione e un laboratorio che in Veneto è solo a Padova: ha senso? Secondo me, no».
IL CERTIFICATO
Ha maggiore significato, secondo Palù, rendere più stringente l'utilizzo del certificato verde. «Ieri sera sono andato a cena racconta e ho dovuto dire: ma non mi chiedete il Green pass? Questo strumento è stato una scelta eccellente di politica sanitaria ed economica: da una parte è stato uno stimolo a vaccinarsi per milioni di persone, dall'altra è stato voluto da tutti i nostri imprenditori che temevano di chiudere. Ora l'Italia è stata presa a modello addirittura in Olanda, che non usa le mascherine ma al ristorante chiede il lasciapassare. A questo punto credo che non ci debba essere nessun problema a commutare il Green pass in certificato vaccinale». Della serie: il documento per l'accesso alle attività si può ottenere solo tramite la vaccinazione. «Dopo la terza dose sottolinea l'esperto è stimabile una durata di 12 mesi. Dopo la seconda, non posso anticipare le decisioni del Cts, ma sarà dato un parere sulla riduzione della validità». Prevedibile obiezione dei no-pass (sempre che non siano pure no-vax): perché allora non introdurre l'obbligo di vaccinazione? «La decisione spetta alla politica risponde Palù ma per quanto mi riguarda, trovo paradossale e illogico che chi svolge funzioni pubbliche e lavora a contatto con il pubblico non abbia la copertura vaccinale. Lo afferma anche la Costituzione: fatti salvi i diritti dell'individuo, vanno soddisfatti pure i doveri sociali. Invece vedo stadi e manifestazioni con migliaia di persone accalcate e senza mascherina: questo è il modo migliore di propagare i contagi».
I BAMBINI
Infine l'annuncio: il 29 novembre l'Agenzia europea del farmaco si pronuncerà sull'autorizzazione al vaccino PfizerBiontech per i bambini dai 5 agli 11 anni. «Una decisione arriverà dice il numero uno dell'Aifa e noi seguiremo quello che ci indica l'Ema».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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