L'EMERGENZA
VENEZIA Domenica di preoccupazione in tante regioni di un'Italia

Lunedì 18 Novembre 2019
L'EMERGENZA
VENEZIA Domenica di preoccupazione in tante regioni di un'Italia flagellata ancora dal maltempo e di lavoro per tutto il sistema dei soccorsi. A creare allarme sono state soprattutto le piene di grandi fiumi come l'Arno, in Toscana, e il Reno, in Emilia, monitorate per l'intera giornata di ieri e infine transitate senza provocare danni. La piena dell'Arno, passata indenne a Firenze, è poi passata a Pisa dove il sindaco ha disposto la chiusura di molti ponti. Sono invece esondati corsi d'acqua minori, come il principale affluente del Reno, l'Idice, che ha rotto un argine nel Bolognese, un fatto che ha reso necessario evacuare oltre 200 persone. A Roma è sorvegliato il Tevere e sempre vicino alla capitale sabato sera un albero è caduto ad Albano Laziale, ferendo seriamente un automobilista. Nubifragi, poi, in Campania e nel Casertano, dove oggi le scuole saranno chiuse.
Continuano i disagi anche in Alto Adige dove si è abbattuta una valanga in Val Martello e a migliaia sono ancora al buio. In Trentino nelle ultime ore sono caduti mediamente tra 30 e 50 millimetri di pioggia, con punte fra 80 e 90 millimetri sui settori orientali. Da questa sera a martedì sera è attesa una nuova perturbazione con quota neve a 1200 metri (sopra i 1500 metri possibili dai 30 ai 50 centimetri di neve). Il tempo dovrebbe dare una tregua tra mercoledì e giovedì, ma venerdì potrebbe tornare la pioggia. Molte le valanghe di piccole dimensioni in quota, ma l'allerta rimane alta. Le nevicate della notte tra sabato e domenica sono state molto significative con 40 centimetri al Tonale, mentre al passo Rolle si registra scarso accumulo perché la neve si è trasformata in acqua. Sotto controllo i corsi d'acqua, con monitoraggio particolare sul fiume Brenta.
IL GOVERNO
Proprio citando la sua regione, la Campania, il capo politico del M5s, Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha detto che oltre al caso Venezia, «nelle prossime ore porteremo in Consiglio dei Ministri gli stati di emergenza chiesti da altri Comuni e Regioni», anche se fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che l'iter prevede che devono essere le Regioni interessate a inoltrare le richieste. In giornata il premier Giuseppe Conte ha seguito l'evoluzione degli eventi, insieme al capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli. Particolarmente sferzata è stata la Toscana, con il grossetano che si è svegliato ieri con una tromba d'aria nella zona della Polverosa, nel comune di Orbetello. A causa di uno smottamento nell'Aretino è stata chiusa e poi riaperta l'A1 tra Valdarno e Arezzo in direzione Roma. Evacuate 23 famiglie a Barberino Tavarnelle e 500 persone a Cecina (Livorno) per esondazioni dei fiumi. L'Arno, dopo aver tracimato leggermente ieri mattina in provincia di Firenze, alle Sieci, nel Comune di Pontassieve, poi è passato in città regolarmente e con il colmo verso l'Empolese. «Questa è la piena più importante dopo quella del 1992, è un fenomeno che deve essere seguito con la massima attenzione», ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella.
E anche in Emilia-Romagna il presidente Bonaccini, che ha lasciato la convention Pd a Bologna per correre a Budrio, dove l'Idice è fuoriuscito aprendo una falla di 40 metri, ha parlato di «piena storica», anche se non si è verificato quello che si è temuto per gran parte della giornata. Cioè il ripetersi dell'alluvione del Reno, che a febbraio aveva rotto gli argini allagando vaste zone. «Non appena sarà chiaro il quadro dei danni causati, faremo richiesta di stato di emergenza nazionale, anche per i risarcimenti necessari in tutti i territori colpiti, dalle città, penso a Modena, alle aree appenniniche, fino alla litorale», ha detto poi Bonaccini. Nel Modenese, infatti, neve e vento hanno creato non pochi problemi con le linee elettriche: 20mila in tutto le utenze disalimentate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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