L'EMERGENZA
ROVIGO Anche il Polesine, la provincia meno toccata dal coronavirus

Giovedì 17 Settembre 2020
L'EMERGENZA
ROVIGO Anche il Polesine, la provincia meno toccata dal coronavirus nei mesi passati, sta facendo i conti con una nuova impennata di casi. Ma, soprattutto, con gli effetti di un focolaio che è scoppiato, proprio all'inizio del mese, nella Casa di cura Madonna della salute di Porto Viro, quello che di fatto è l'ospedale del Delta del Po, con ben cinque pazienti che si sono spenti con positività al virus, fra quanti erano precedentemente ricoverati nella struttura privata, con pronto soccorso e 165 posti letto divisi in tre reparti, medicina, chirurgia e riabilitazione.
A far emergere il cluster interno, il contagio scoperto in un'anziana che presentava sintomi compatibili con il virus e che è stata trasferita all'ospedale di Rovigo dove è poi stata appurata la sua positività, facendone scattare il ricovero. Dopo un primo giro di tamponi a pazienti ed operatori erano saltate fuori altre 17 positività, 10 fra i degenti e 7 fra il personale. Numeri cresciuti giorno dopo giorno.
L'ALLARME
Intanto, già dal 4 settembre ha ripreso a funzionare il polo Covid polesano, l'ospedale di Trecenta, dove è stato riaperto prima un blocco da quattro posti letto di terapia intensiva e poi anche un blocco da 25 posti letto dell'area medica. Attualmente i ricoverati per coronavirus in Polesine sono 21, due dei quali in terapia intensiva, e 18 di questi erano proprio pazienti della Casa di cura di Porto Viro. Anche il numero degli operatori positivi è cresciuto, ieri è stato trovato il quindicesimo, e sono ancora in corso le batterie di tamponi, ripetute, a tutto il personale ed ai pazienti ancora ricoverati. In totale, l'attuale perimetro del focolaio si attesta su 38 casi di positività. Con cinque dei pazienti trovati positivi - tutte donne, tutte bassopolesane - deceduti in pochi giorni: la prima giovedì scorso, una 81enne, poi domenica una 80enne e, fra lunedì e martedì, una 85enne ed una 68enne; l'ultima, una 81enne con una serie di patologie pregresse, nella notte fra martedì e ieri.
Come sottolineato dal direttore generale dell'Ulss Polesana Antonio Compostella, in quasi tutti i casi sarebbe più appropriato parlare di decessi con Civid piuttosto che di decessi per Covid, perché si trattava di pazienti anziane che erano ricoverate con quadri clinici già pesantemente compromessi.
IL CONTEGGIO
Dal punto di vista del freddo conteggio statistico, però, si tratta comunque di casi che rientrano nel numero complessivo dei morti Covid, che in Polesine ha raggiunto ieri quota 41. Numeri ancora bassi in termini assoluti, ma con curve di crescita, così come per i contagi, che sembrano sovrapponibili a quelle dei momenti più neri dell'emergenza epidemica.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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