L'EMERGENZA
MILANO La notizia incoraggiante è che «non ci sono altri

Martedì 25 Febbraio 2020
L'EMERGENZA
MILANO La notizia incoraggiante è che «non ci sono altri focolai» di coronavirus annidati nel nostro Paese, afferma il commissario straordinario Angelo Borrelli. Quella meno tranquillizzante è la visione a lungo termine dell'Organizzazione mondiale della sanità: «Siamo profondamente preoccupati per l'improvviso aumento dei casi in Italia, Iran e Corea del Sud», dice il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Un gruppo di esperti dell'agenzia speciale dell'Onu sarà domani a Roma «per valutare la situazione»: il Covid-19 per ora è un'emergenza sanitaria di interesse internazionale, ma «potrebbe comunque sicuramente avere un potenziale pandemico».
TENDE DAVANTI AGLI OSPEDALI
Qualunque forma assumerà, nel frattempo continua a mietere vittime al nord: ieri i decessi sono stati quattro, tutti in Lombardia, tre ottantenni e un paziente di 62 anni di Castiglione d'Adda sofferente per patologie pregresse. In Italia ora i morti sono sette e il numero complessivo di contagi sale a 229, con i 172 casi lombardi, 33 in Veneto, 18 in Emilia Romagna, tre nel Lazio (la coppia di cinesi e il ricercatore già dimesso), tre in Piemonte. Si stanno compiendo test per un caso sospetto in Alto Adige, un trentenne proveniente da una delle aree a rischio. Unica barriera ai virus sono i sigilli alle zone rosse, con corridoi gestiti dai carabinieri per consegnare alla popolazione cibo e medicine, tende montate all'esterno dei pronto soccorso per i primi controlli evitando contatti tra potenziali portatori dell'infezione e gli altri malati, limitazioni a spostamenti e socializzazione. Dopo le direttive regionali antivirus, Milano vive in una bolla, c'è meno gente per strada, i bar abbassano le saracinesche al tramonto e la preoccupazione principale è prenotare la spesa online. Trenord, per effetto della chiusura delle scuole e di buona parte degli uffici, registra il 40% di passeggeri in meno. Identificare il paziente zero che ha diffuso il coronavirus in quattro regioni aiuterebbe a bloccare il contagio ed è questa la corsa contro il tempo: il governatore della Lombardia Attilo Fontana dice che «sarebbero state individuate due piste», ma Borrelli non pare altrettanto ottimista. Così l'incertezza aumenta la diffidenza di chi osserva la crisi da fuori e la lista dei Paesi che sconsigliano viaggi in Italia si allunga: Bosnia, Croazia, Macedonia, Serbia, Irlanda, Israele annullano le prenotazioni, la Francia impone a chi torna da Lombardia e Veneto di mettersi in quarantena come chi rientra dalla Cina. Borrelli tranquillizza affermando che «l'Italia è sicura», certo però non è molto appetibile per i turisti: ieri un sospetto caso a Casalpusterlengo, con bonifica del treno, ha mandato in tilt la circolazione ferroviaria.
INFORMATIVA DEL GOVERNO
Ma anche gli italiani che viaggiano all'estero cominciano ad avere problemi: trecento passeggeri arrivati all'aeroporto di Mauritius su un volo Alitalia sono stati bloccati subito dopo lo sbarco e una quarantina di persone provenienti da Lombardia e Veneto rischiano di essere rimpatriate. Un Flixbus partito ieri mattina da Milano è stato invece fermato all'autostazione Perrache di Lione, in Francia, dopo che una passeggera ha segnalato alla polizia francese una «forte e anomala tosse» dell'autista: subito ricoverato nell'ospedale locale è stato sottoposto al tampone, risultato negativo. Giovedì mattina, al Senato, si terrà un'informativa del governo sull'emergenza coronavirus, anche sulla scorta delle dichiarazioni dell'Oms secondo cui «ogni Paese deve fare le sue valutazioni a seconda del proprio contesto. Anche noi lo faremo, monitorando ventiquattr'ore la situazione. C'è necessità di misure cautelative, ma non di paura». La strada non sarà semplice, né breve: «I vaccini tradizionali per l'influenza non hanno alcun effetto perché il vaccino va studiato specificatamente per il nuovo coronavirus. Per questo dobbiamo lavorare ancora un paio di anni», avverte Walter Ricciardi, membro dell'esecutivo Oms nominato consigliere del ministro della Salute. «In questo momento ci sono due focolai, in Lombardia e in Veneto, dobbiamo assolutamente evitare che diventi un'epidemia che coinvolga anche le altre regioni».
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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