L'avvocato certo dell'incarico: dem e grillini non tradiscono poi tratteremo con Matteo

Giovedì 28 Gennaio 2021
L'avvocato certo dell'incarico: dem e grillini non tradiscono poi tratteremo con Matteo
LA STRATEGIA
ROMA Giuseppe Conte ha trascorso un'altra giornata al telefono nel bunker di palazzo Chigi. Altre ore dedicate a provare ad arruolare qualche nuovo senatore a sostegno del «governo di salvezza nazionale». Ma con scarsi risultati, almeno per ora: è arrivato solo il sì del forzista Luigi Vitali. Anche se è molto probabile, ed è questa la convinzione dell'avvocato, che altri arriveranno e che domani Sergio Mattarella gli affiderà un incarico esplorativo.
«Pd, 5Stelle e Leu faranno solo il nome di Conte e se Renzi non dice bugie e resterà neutrale come ha detto senza porre pregiudiziali», dice un esponente dem in stretto contatto con il premier dimissionario, «l'incarico arriverà. A quel punto si aprirà un'altra partita...». La trattativa (complicatissima) con il leader di Italia Viva, sempre se la pattuglia dei volenterosi non si ingrossi.
Proprio per questa ragione, perché attende buone notizie e perché sa che il confronto con Matteo Renzi comincerà probabilmente da sabato, Conte non apre al senatore di Rignano che continua con le sue bordate. Ma «ormai appare rassegnato», dice chi ci ha parlato. In Senato il nuovo gruppo Europeisti per il Conte-ter, infatti, aveva portato un solo voto in più prima dell'approdo di Vitali: dei dieci senatori che vi hanno aderito, tutti e dieci hanno già votato la fiducia il 19 gennaio. Quella piccolina di quota 156.
Conte non crede nell'ipotesi fatta balenare da Italia Viva di un governo guidato da Luigi Di Maio («il Pd non lo sosterrebbe e i 5Stelle sono compatti su di me») e si mantiene a distanza di Renzi che non sente dal 6 gennaio, cercando ancora di evitare l'abbraccio mortale: la ferita della crisi innescata dai renziani sanguina ancora, mezzo MoVimento è già salito sulle barricate al grido «mai più con Renzi», e l'ex capo del governo non vorrebbe tornare ostaggio del Rottamatore.
«NESSUN VETO»
Così, mentre palazzo Chigi tace, chi ha parlato con l'avvocato fa filtrare soltanto il suo via libera a un eventuale sostegno del senatore di Rignano: «Non sarà certo Conte a porre veti, non lo ha mai fatto e non è nel suo stile». Del resto, senza i 18 senatori di Italia Viva non ci sarebbe alcun Conte-ter.
Insomma, per paradosso Conte è appeso a chi l'ha disarcionato. A chi ha chiesto e ottenuto il suo scalpo. Ed è la ragione per la quale il premier dimissionario continua, con l'aiuto del pontiere dem Goffredo Bettini e del centrista Guido Tabacci, a cercare «volenterosi» per poter fare a meno di Renzi. Lo fa promettendo posti di governo e posti in lista (la sua lista Insieme) alle prossime elezioni: «Vi entrerete di diritto».
Ma, si diceva, il raccolto per ora è magro. Quasi inesistente. E' vero che oggi al Quirinale il nuovo gruppo farà a Mattarella il nome di Conte per il nuovo esecutivo. Ma è altrettanto vero che un solo senatore si è aggiunto alla potenziale maggioranza contiana. Però Riccardo Merlo, sottosegretario agli Esteri e regista del nuovo gruppo, dispensa ottimismo: «Siamo un contenitore attrattivo e siamo sicuri che presto arriveranno altri parlamentari. Si stanno già portando avanti interlocuzioni con diversi senatori...».
In questa situazione, potenzialmente ostaggio di Renzi e ancora senza numeri per poterne fare a meno, Conte deve affidarsi agli alleati. Dalla sua scrivania di palazzo Chigi prima con contatti diretti, poi leggendo i dispacci di agenzia, l'avvocato che si è convinto che né Nicola Zingaretti, né Di Maio («massima lealtà a Giuseppe») gli faranno brutte sorprese. Conte ha apprezzato le parole scandite dal segretario del Pd in Direzione quando l'ha definito «un punto di equilibrio» e soprattutto quando ha chiesto il mandato per fare al Quirinale un solo nome. Il suo. C'è però un passaggio della reazione di Zingaretti che l'ha allarmato, quello in cui il segretario dem ha detto di non volere le elezioni. Insomma, dal Pd non è arrivato un Conte o morte. «Ma non valutiamo alcuna subordinata. Se Renzi farà il guappo, noi e i 5Stelle diremo una cosa parola: elezioni», garantisce un alto esponente del Nazareno.
A. Gen.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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