L'avviso di Luigi ai suoi: devo difendere i conti in Ue basta proposte a vanvera

Lunedì 23 Settembre 2019
IL RETROSCENA
ROMA Il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti chiede di tassare merendine, bibite gassate e voli aerei per finanziare scuola e università. Il collega all'Ambiente Sergio Costa diffonde un piano per fronteggiare l'emergenza climatica da venti miliardi da varare per decreto. Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli scrive a Confedilizia che i bonus ristrutturazioni resteranno. Anzi, verranno forse allargati anche ai mobili.
LE QUOTE
I saldi dentro i quali si dovrà mantenere la prossima manovra di bilancio si conosceranno al termine del consiglio dei ministri di venerdì. L'elaborazione della manovra di bilancio inizierà a fine mese e solo dopo il varo della nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, ma in casa grillina il festival degli annunci è iniziato da tempo. Il presidente del Consiglio ha dato il suo contributo e, facendo prendere quota all'idea del ministro Fioramonti, ha fischiato il calcio di inizio tirando verso la porta sbagliata. Il green new deal sarà anche la parola d'ordine del nuovo governo giallo-rosso, ma sa un po' di Tafazzi cominciare a parlare di misure-verdi partendo dall'aumento delle tasse. Un tentativo per azzerare l'annuncio di Fioramonti, contenere l'esuberanza dei ministri e colleghi di Movimento e avvisare anche Conte, lo ha fatto ieri mattina Luigi Di Maio con un post sui social nel quale ha ricordato che l'impegno del governo non era l'introduzione di «nuovi balzelli», ma il taglio delle tasse che contempla anche lo stop da 23 miliardi all'aumento del'Iva.
Malgrado i buoni propositi di condivisione, riservatezza e a comunicare ognuno sulle materie di stretta competenza, ministri e sottosegretari grillini sembrano ancora avere un po' di abbrivio di metodo gialloverde. Ieri si sono esercitati sul no a nuove imposte, mentre i colleghi in quota Pd e Leu hanno osservato in silenzio. D'altra parte fare sfoggio di riformismo e di ambientalismo senza indicare le coperture non è troppo complicato. Nella sua precedente vita Di Maio invitava spesso l'allora alleato Salvini ad indicare dove avrebbe preso i soldi per la flat tax. Allora il leader leghista evitò sempre la risposta, ma la promessa rimane valida malgrado anche il leader della Lega - proprio un anno fa - iniziava a scontrarsi con la realtà dei numeri del bilancio pubblico. Ora tocca ancora a Di Maio, come a Zingaretti, Speranza e Renzi, fare i conti con le poche risorse disponibili. Ad ognuno dei quattro piacerebbe ripetere il grande piano di investimenti verdi varato dalla Germania, soprattutto perchè non finanziato in deficit, ma interamente coperto attraverso nuove entrate e tagli di spesa.
«E' totalmente sbagliato scatenare un dibattito ogni giorno per parlare di nuovi balzelli», si legge nel post che Di Maio scrive prima di partire per New York dove prenderà parte all'assemblea delle Nazioni Unite. Non «un ultimatum al governo» sostiene - ricordando così che ne fa anche parte - ma un riepilogo delle cose da fare per ordine di importanza grillina: scongiurare l'aumento dell'Iva, inserire nel Def un qualche riferimento al salario minimo, e concludere il taglio dei parlamentari con l'ultimo voto a Montecitorio. Sul resto il leader grillino non interviene e si rimette a ciò che il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri presenterà in settimana. Nelle nove ore di volo per New York, Conte avrà avuto modo di ricordare a Di Maio il ruolo che il suo predecessore alla Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, svolse lo scorso anno a Bruxelles per convincere la Commissione dei buoni propositi dell'allora governo italiano.
Un ruolo delicato, quello del ministro degli Esteri, che solitamente sui svolge in piena sintonia con i colleghi del Mef (Gualtieri), delle Politiche Comunitarie (Amendola) e, soprattutto, con il presidente del Consiglio.
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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