L'ALBUM
dal nostro inviato
MUSILE DI PIAVE (VENEZIA) Aneddoti, tanti pregi,

Venerdì 19 Luglio 2019
L'ALBUM dal nostro inviato MUSILE DI PIAVE (VENEZIA) Aneddoti, tanti pregi,
L'ALBUM
dal nostro inviato
MUSILE DI PIAVE (VENEZIA) Aneddoti, tanti pregi, curiosità, qualche difetto. In apertura dei funerali, ieri gli amici hanno sfogliato l'album dei ricordi, per tratteggiare un ritratto genuino di Riccardo Laugeni, Eleonora Frasson, Giovanni Mattiuzzo, Leonardo Girardi: «Ora siete i nostri angeli». Ecco le loro testimonianze.
RICKY
«Aveva un caratterino tutt'altro che semplice. Era testardo, orgoglioso e pure permaloso, aveva un modo tutto suo di mostrare il suo affetto verso gli altri. Ma appena entravi a far parte dei suoi amici, diventavi automaticamente suo fratello. Ricordiamo il suo modo di posizionare la palla, la sua rincorsa sulle punte, come calciava bene con entrambi i piedi. Ma soprattutto ricorderemo la sua faccia dopo aver segnato. Lui non esultava, guardava l'avversario con la sua solita espressione beffarda, come per dire: sai fare di meglio? Ora cerca di non fare il geloso come sempre, perché Giorgia dovrà passare più tempo con noi, per parlare soprattutto di te...».
ELE
«A renderti unica al mondo era la tua risata: partivi piano e poi ridevi così forte ti supplicavano affinché smettessi... Ripenso a quando mi hai confidato quella tua cotta per Leo, entrambi impacciati, con la paura di fare il primo passo. Lui così riservato e tu un uragano di energia, capace di travolgere chiunque, anche lui. Nessuno scorderà mai la tua disarmante capacità di dire sempre e senza freni cosa ti passava per la testa. Perché tu, Ele, sei e sarai la persona più forte e tenace e positiva e travolgente che potessimo avere con noi».
GIO
«Per noi eri un faro nella notte, un leader, una persona decisa, tenace, responsabile. Gio, non eri un ragazzo come noi: tu eri già un uomo. La tua risata era assordante e contagiosa, tanto che quando ridevi tu, finivamo per ridere tutti. Condividevamo la passione per il calcio e per il Milan. Tu, giocatore straordinario, che fin da piccolo eri il più bravo. E poi la tua dedizione e il tuo impegno nel lavoro, e il tuo stile, con quei calzini stravaganti».
LEO
«Come lui c'era solo lui. Sempre sorridente, educato, composto. Tranne che con noi: con noi era un demonio, ma sempre con la testa sulle spalle. Stava simpatico a tutti, perché era un collante per tutti noi. Lo ricordiamo come il nostro angelo. E io, Leo, ricordo quando mi chiedevi: per centomila euro faresti questa cosa? Non so se l'avrei fatto, ma so che ora darei tutto quello che ho per riaverti qui...». (a.pe.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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