Insegnanti e sanzioni regionalizzati Ecco i no degli ex ministri leghisti

Domenica 10 Novembre 2019
IL DOCUMENTO
VENEZIA Il caso era scoppiato il 23 settembre, quando il ministro agli Affari regionali e alle Autonomie, Francesco Boccia, salutato il governatore Luca Zaia a Palazzo Balbi, si era diretto a Mestre, in un hotel vicino alla stazione ferroviaria, per un incontro a porte chiuse con i consiglieri regionali e i parlamentari del Partito Democratico e del M5s, entrambi al governo a Roma, entrambi all'opposizione in Veneto. Erano stati i pentastellati, al termine dell'incontro, a rivelare quel che avevano appreso dal ministro. E cioè che a bocciare alcune richieste di Zaia erano stati proprio i ministri leghisti. Le carte, però, non erano mai state esibite. Fino ad ora.
LE CARTE
Il 9 ottobre il ministro Boccia trasmette a Zaia un documento di 47 pagine: «Caro presidente - scrive nella lettera accompagnatoria - trasmetto la bozza preliminare del testo dell'intesa alla data del 29 luglio come ricostruita dagli atti del Dipartimento». «Queste bozze - specifica il ministro - non vogliono rappresentare né il punto di partenza né quello di arrivo. Si tratta, infatti, di ipotesi scaturite dal confronto tra le varie Amministrazioni nel corso delle riunioni tenute dal precedente Governo che non risultano, tuttavia, ancora validate né dagli uffici tecnici né concertate con la Regione e che, pertanto, saranno utilizzate dai miei uffici negli incontri con i ministeri interessati».
Il giorno dopo, 10 ottobre, Zaia risponde a Boccia ricordandogli che la nuova proposta di intesa del Veneto, in cui ha fatto aggiungere all'articolo 1 il riferimento ai principi di solidarietà, perequazione e coesione sociale, è quella consegnatogli nell'incontro a Venezia il 23 settembre.
Sta di fatto che nel testo ministeriale del 7 ottobre aggiornato al 29 luglio, ci sono davvero le obiezioni dei ministri leghisti. Nel senso che le richieste di Zaia non vengono accolte.
IL PERSONALE
L'articolo 9 dell'intesa riguarda l'istruzione, dicastero che nel Governo gialloverde era retto da Marco Bussetti, di area Lega. Ebbene, nel testo ministeriale non c'è neanche una riga sui contratti regionali integrativi né sulla regionalizzazione del personale. L'unica concessione al Veneto, alle prese con carenze di docenti, è che possa essere individuato il periodo minimo di permanenza nella prima sede di servizio da prevedere nei bandi di concorso, in ragione delle specifiche esigenze di organico.
AGROALIMENTARE
All'Agricoltura c'era il ministro leghista Gian Marco Centinaio. E cosa ha fatto l'esponente del Carroccio in merito alla richiesta del Veneto di avere tutte le funzioni amministrative e pure quelle ispettive in materia agroalimentare? Semplice: ha cancellato l'intero articolo, nessuna competenza al Veneto. Zaia aveva chiesto di poter effettuare i controlli di qualità sui prodotti ortofrutticoli oggi svolte da Agecontrol spa? E ovviamente, per fare tutto questo, aveva chiesto il trasferimento delle risorse umane, strumentali e organizzative attualmente assegnate al ministero? E aveva anche chiesto che i proventi derivanti dalle sanzioni irrogate a livello regionale venissero acquisiti dalla Regione? Ecco, il ministero all'Agricoltura quand'era retto dal leghista Centinaio ha detto no. Tant'è che l'intero articolo è scomparso. Cancellato.
CURA DIMAGRANTE
Giusto per dare l'idea dell'opera di sbianchettamento, la proposta di intesa aggiornata al 29 luglio, quando c'era il Conte I, constava di 49 articoli. Quella del Veneto spedita il 23 settembre ne ha 68.
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci