IN REGIONE
VENEZIA Seconda proposta di deliberazione amministrativa, dopo quella

Martedì 11 Maggio 2021
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VENEZIA Seconda proposta di deliberazione amministrativa, dopo quella delle opposizioni, per l'istituzione in consiglio regionale del Veneto di una commissione speciale d'inchiesta sulle azioni di contenimento e contrasto alla pandemia da Covid-19. A presentarla sono stati i capigruppo di Zaia Presidente Alberto Villanova e della Lega Giuseppe Pan. Il risultato scontato è che la commissione di inchiesta si farà. Resta da vedere - si fa per dire, visti i numeri schiaccianti di zaiani e leghisti - l'oggetto di indagine e le modalità di lavoro. Villanova e Pan hanno chiesto «di riprendere e riavviare il lavoro lasciato in sospeso dalla precedente Commissione d'inchiesta sulla gestione delle case di riposo», hanno previsto che «le sedute della Commissione siano pubbliche» e di sentire in audizione anche «i tecnici e i virologi che ricoprano incarichi di riferimento per la Regione del Veneto». Oggetto della commissione, che per Villanova e Pan dovrà «assicurare forme di coordinamento e raccordo fra il proprio Ufficio di presidenza e l'Autorità giudiziaria», sarà quello di «accertare quali azioni siano state intraprese per contenere la pandemia da Covid-19 e quali siano stati i fattori epidemiologici che hanno in qualche modo influito sull'andamento dei contagi e dei decessi nelle diverse fasi della pandemia stessa».
LO STUDIO
Intanto lo speaker dell'opposizione, Arturo Lorenzoni, evidenziando un particolare dello studio di The Lancet, ha sostenuto che il paper in questione «sconfessa l'approccio veneto sui tamponi rapidi». «Il paper di The Lancet, sulla base del quale si sviluppa l'intero impianto di difesa dell'approccio veneto ai tamponi rapidi nella seconda ondata pandemica, afferma chiaramente che il test antigenico non andrebbe fatto sulle persone asintomatiche - ha detto Lorenzoni -. Il fatto che oggi ci siano dei test antigenici con maggiore sensibilità rappresenta un'ottima notizia per la comunità. Tuttavia, le ragioni che hanno portato a utilizzare i tamponi antigenici su larga scala e nelle strutture sanitarie a ottobre e a novembre dello scorso anno, pur in presenza di una nota di allarme del laboratorio di microbiologia di Padova, rimangono sconosciute». (al.va.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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