IN MONTAGNA
BELLUNO A pochi centimetri dal disastro. Venti persone sfollate,

Lunedì 18 Novembre 2019
IN MONTAGNA BELLUNO A pochi centimetri dal disastro. Venti persone sfollate,
IN MONTAGNA
BELLUNO A pochi centimetri dal disastro. Venti persone sfollate, frane e allagamenti. Il Piave a rischio esondazione. In molti comuni scuole chiuse anche oggi. Il Cordevole che in più punti ha minacciato la viabilità. Passi chiusi, alberi di traverso sulle strade. Protezione civile e vigili del fuoco costretti ad intervenire a ripetizione per evitare che qualche frazione rimanesse isolata. Alle 16 di ieri pomeriggio erano già 200 gli interventi gestiti non solo da pompieri (che hanno gestito in autonomia 70 interventi), ma anche da tecnici i Veneto strade, protezione civile e altri operatori.
ALLEGHE
Tra le situazioni più preoccupanti quella del lago di Alleghe. Un comune che a distanza di poco più di dodici mesi si è ritrovato alle prese con una nuova, violentissima, ondata di maltempo. L'allarme è scattato nel pomeriggio quando Enel ha comunicato che sarebbe aumentata la portata del Cordevole. Poco prima delle venti il livello dell'acqua era fermo a dieci centimetri dalla tracimazione. Ma per tutto il pomeriggio la macchina delle emergenze, sul posto è arrivato anche l'assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin, ha lavorato a pieno regime. Intanto la portata cresceva di dieci centimetri all'ora. Contattati tutti i residenti, una trentina le persone pronte a sfollare. «Abbiamo avvisato tutti di portare ai piani superiori le attrezzature e di liberare gli scantinati. I volontari e i vigili del fuoco hanno fatto un grande lavoro aiutandoli. Ora siamo in attesa dello sgrondamento. Ha smesso di piovere e dovremmo farcela».
Altro fronte caldo quello di Schiucaz la frazione sulla quale dopo Vaia incombeva un'enorme frana. Uno smottamento che pareva risolto grazie all'intervento della Regione e del tecnico esplosivista Danilo Coppe che con alcune cariche di dinamite era riuscito a far scendere a valle parte dell'enorme quantità di terra e roccia. Ieri pomeriggio si è però resa necessaria l'evacuazione di due abitazioni e di un'attività commerciale. Un durissimo colpo per i residenti della piccola frazione dell'Alpago che si erano già visti costretti a vivere fuori dalle loro case per mesi.
PIENA
Sorvegliato speciale, per tutto il giorno, il fiume Piave. A Cesana, a cavallo tra i comuni di Borgo Valbelluna e Cesiomaggiore, si è rischiata l'evacuazione. Alle 14 a Busche il Piave aveva una portata di 1400 metri cubi al secondo. In serata, in accordo tra i sindaci dei comuni di Borgo Valbelluna e Cesio, è stata decisa la chiusura del ponte pedonale sul Piave, visto lo stato di piena del Piave. «I nostri timori erano soprattutto legati al punto in cui il Tegorzo si immette sul Piave - spiega il sindaco di Alano, Amalia Serenella Bogana - se il fiume non riceve il torrente rischia di tornare indietro, mandando sotto la frazione di Fener. Uno scenario che fortunatamente non si è verificato».
AGORDINO
Problemi anche per la rete viaria, in particolare in Agordino, la strada regionale, quella che aveva ceduto con Vaia, è rimasta aperta a senso unico alternato, all'altezza di Candaten. Smottamenti anche in via Miari a Belluno, che è stata chiusa nel pomeriggio, in via precauzionale si è resa necessaria anche la chiusura del ponte Bailey, sempre in città a Belluno. Chiusure anche a Costalissoio di Santo Stefano, dove per una frana è stato necessario anche evacuare un'abitazione. Isolata Costalta a San Pietro di Cadore. Ancora una giornata difficile per Auronzo, strada per Misurina interrotta a causa di uno smottamento.
Olivia Bonetti
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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