Il virus rallenta in Italia guarigioni record: 1590

Martedì 31 Marzo 2020
LE PREVISIONI
VENEZIA Tutta questa settimana. Poi la prossima e sarà una settimana santa senza processioni, senza vie Crucis, senza neanche la messa di Pasqua in chiesa. E poi altre tre giorni. Tra il 14 e il 15 aprile, se i modelli matematici non risulteranno sballati, in Veneto si raggiungerà il picco del contagio da coronavirus. E poi dovrebbe iniziare la discesa. Ma qualche segnale già si intravvede. E non solo in Veneto dove i ricoverati in terapia intensiva iniziano a calare (-6 ieri), anche in altre zone d'Italia. In Lombardia, Umbria e Friuli Venezia Giulia per la prima volta sono calati i malati. E in tutto il paese, complessivamente, le nuove guarigioni sono state 1.590, il dato più alto dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Al di là di quando si verificherà il picco - il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha scritto sul Blog delle Stelle che sarà tra 7-10 giorni - la politica delle restrizioni sta dimostrando che ne valeva la pena.
IL SOSTEGNO
Che non sia facile restare chiusi tra quattro mura, liberi di fare solo 263 passi attorno a casa, lo testimoniano le 1680 chiamate arrivate in dieci giorni a InOltre, il servizio che in tempi di crisi economica la Regione Veneto aveva dedicato convertito in assistenza psicologica in tempi di virus. «Ci sono stati finora 650 colloqui psicologici», ha riferito il governatore Luca Zaia. Che peraltro non intende mollare la stretta, semmai, oltre che confermare, vuole inasprire alcune restrizioni, a partire dai mercati che in alcune piazze - è il caso di Padova - hanno registrato inopportuni affollamenti. «Abbiamo aumentato il vantaggio a 5 giorni sul modello - ha detto Zaia - Le restrizioni ci hanno aiutato a rallentare il contagio, sto preparando un'ordinanza per riuscire a procrastinare le restrizioni, se sarà necessario, in base ai dati di questa settimana. Il picco è programmato per il 15 aprile ma già da questa settimana vedremo il trend».
I DATI
I numeri in Veneto danno un leggero aumento di positivi (8853, +344), ma il fatto è che i tamponi (100mila eseguiti, seimila da analizzare) procedono a rilento perché mancano i reagenti e la nuova macchina arrivata dall'Olanda è in fase di allestimento, anche se saranno integrati da 752.500 test rapidi. Sono poi calati i quarantenati (-169) e i ricoverati in rianimazione, ma i morti sono ancora tanti: ieri 34, per un totale di 436, di cui quasi un terzo nel solo cluster di Verona. Cinquanta, però, i dimessi. Ma a preoccupare, ha sottolineato Zaia, è una recidiva: «Abbiamo un caso di reinfezione nella stessa persona che non ci piace».
In Friuli Venezia Giulia sono 1.501 i casi accertati di positività al coronavirus, con un incremento di 21 unità rispetto a domenica. I guariti in totale sono 102, mentre i clinicamente guariti (pazienti senza più sintomi, ma non ancora negativi al tampone) sono 183. Nove i decessi in più rispetto alla comunicazione dell'altro giorno, per un totale di 107 vittime.
A livello nazionale, secondo l'ultimo bilancio della Protezione civile, i malati di coronavirus sono saliti 75.528: 1.648 più di ieri. L'aumento si è quasi dimezzato rispetto a domenica (3.815). In totale, compresi morti e guariti, sono stati superati così i centomila contagiati in totale. I morti sono saliti a 11.591, +812 sul giorno precedente (quando la variazione era stata di 756). E, come detto, le nuove guarigioni sono state 1.590, il dato più alto dall'inizio dell'emergenza. È però salito ancora il numero delle vittime fra il personale medico: 63 morti e 8.358 contagiati.
LA RIPARTENZA
Intanto si comincia a guardare al dopo. «Dovremo pensare a un'uscita come a un soft landing, un atterraggio graduale - ha detto Zaia - non tanto come uscita dei cittadini ma come riprendere normali condizioni di vita. Immagino che una delle soluzioni, sulla quale noi stiamo lavorando, sia quella del test sierologico, per andare a vedere se si sono formati gli anticorpi, e qui ci vogliono tempistiche, modalità». Il presidente del Veneto ha coniato il termine di patente, una specie di certificazione «che attesta che tu hai avuto la risposta anticorpale, anche se non sappiamo se si potrà essere nuovamente esposti al contagio».
Dopodiché serviranno iniezioni di risorse: «Ormai la partita del turismo in Veneto è persa e sono 18 miliardi di euro di fatturato, la prima industria della nostra regione - ha detto il governatore - ma poi ci sono anche 600mila partite Iva. Non solo Venezia, tutto il comparto del turismo del Veneto è stremato. Senza un piano Marshall nazionale si farà fatica a ripartire. Continuo a chiedere: dov'è l'Europa?».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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