Il virus al villaggio olimpico ora i Giochi sono a rischio

Domenica 18 Luglio 2021
IL CASO
Quando un solo contagio fa più paura di 1410. Paradossi della Tokyo olimpica. Intendiamoci, non che i mille e passa nuovi casi di Covid registrati ieri non spaventino: parliamo di 460 positivi in più rispetto a sette giorni prima e della quarta settimana di fila chiusa in crescendo. In soldoni: ogni giorno della settimana ha registrato più casi dello stesso giorno della settimana precedente. Ma, si diceva, a spaventare è soprattutto quell'uno. Che è stato pizzicato all'interno del Villaggio olimpico, a una settimana esatta dal via dei Giochi, e ha fatto subito da scintilla per il terrore derivante dal temutissimo - ma scientificamente solo ipotizzato - sviluppo di una variante olimpica del virus. Sull'identità dell'uno poco o niente si sa. Nessuna informazione su nome, sesso e nazionalità. Di certo c'è solo che si tratta di un cittadino straniero e non di un atleta. E che, tracciato all'arrivo, è stato subito isolato in uno degli hotel della capitale giapponese. Ma il Villaggio degli atleti, un mastodonte da 3600 stanze e 18 mila posti letto inaugurato martedì scorso, adesso ha toccato con mano la paura dei focolai che potrebbero venire quando il complesso sarà abitato quasi a regime. Anche perché, al di là di questo caso, ieri ne sono stati segnalati altri 15, tutti legati alle Olimpiadi. Tra loro anche il membro Cio coreano Ryu, positivo allo sbarco in Giappone e isolato a sua volta. Tra gli altri 14 ci sono lavoratori a contratto, dipendenti del comitato organizzatore locale e due rappresentanti dei media. Otto di loro sono arrivati a Tokyo dall'estero da meno di due settimane, gli altri risiedono in Giappone. Da quando sono cominciati gli arrivi degli accreditati per i Giochi, mai si erano registrati 16 nuovi casi in una sola giornata. Dal 1° luglio, inoltre, da quando cioè il comitato organizzatore ha iniziato a compilare le statistiche, sono già 45 i contagi legati a Tokyo 2020. Numeri che peraltro non tengono conto degli atleti impegnati nei camp pre-estivi.
IMPATTO MINIMO
«Il popolo giapponese può stare tranquillo», ha provato a gettare acqua sul fuoco il presidente del Cio Thomas Bach che si è aggrappato alle statistiche. Sempre dal fatidico primo luglio a Tokyo sono arrivate già 15 mila persone e il fatto che i contagiati accertati siano solo 45 in un certo senso autorizza l'ottimismo. «Stiamo facendo tutto il possibile per garantire che non vi sia alcun focolaio di Covid», ha rilanciato la presidente del comitato Tokyo 2020 Seiko Hashimoto.
IL PARTITO DEI CONTRARI
Parole che si sommano alle rassicurazione delle settimane precedenti e che per la verità non sembrano rasserenare granché la popolazione locale. Una delle tante petizioni lanciate sul web per chiedere la cancellazione delle Olimpiadi, solo dall'inizio di luglio, ha raccolto qualcosa come 450 mila firme, mentre i sondaggi che testato la contrarietà della popolazione ai Giochi al momento parlano di un 80% degli intervistati contrario all'evento. Ma, più di tutti, sono i medici ad alzare la voce. «La situazione sanitaria è già al più alto livello di allerta a Tokyo e altri contagi metteranno solo più pressione sul sistema sanitario», ha commentato Masataka Inokucji, vicepresidente dell'Associazione dei medici della capitale. Che, tra le altre cose, ha chiesto anche l'interruzione dei Giochi qualora dovesse esserci un picco di infetti durante le gare. Ma la macchina è in moto. Il 23 luglio si alza il sipario sui giochi più difficili della storia.
Gianluca Cordella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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