IL VERDETTO
VENEZIA Tutto il Nordest è di nuovo arancione. È il risultato

Sabato 10 Aprile 2021
IL VERDETTO
VENEZIA Tutto il Nordest è di nuovo arancione. È il risultato del verdetto pronunciato ieri dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità, e successivamente ratificato dall'ordinanza del ministro Roberto Speranza, che lunedì farà uscire dal rosso il Friuli Venezia Giulia, così da raggiungere il Trentino, l'Alto Adige e soprattutto il Veneto. Quest'ultima regione avrebbe addirittura numeri da giallo, se il decreto in vigore per tutto aprile non avesse abolito questa fascia: nel giro di appena una settimana, infatti, la classificazione complessiva di rischio è scesa da «alta con molteplici allerte di resilienza» a «bassa».
GLI INDICATORI
Per quanto riguarda il Veneto, gli algoritmi hanno incrociato la probabilità di diffusione «bassa» con la valutazione di impatto «bassa», per cui inevitabilmente «bassa» è risultata appunto la classificazione complessiva del rischio, tanto più perché sono scese da due a zero le segnalazioni di problemi nella risposta dei servizi sanitari territoriali. Difatti il tasso di positività dei tamponi (considerando i soli molecolari) è sceso dall'8,6% al 7,8% e la quota dei casi sottoposti al tracciamento dei contatti è tornata sopra al 90% (passando dall'88,3% al 96,8%). Sono state confermate le anticipazioni della vigilia rispetto ai due indicatori-chiave, quali l'indice di contagio Rt (calato da 1,12 a 0,06) e l'incidenza settimanale ogni centomila abitanti (diminuita da 227 a 160). Tutto questo si è poi accompagnato a un calo dei casi (da 11.603 a 9.160 in una settimana), nonché a tassi di occupazione dei posti-letto al limite della soglia per la Terapia intensiva (30%) e undici punti sotto il tetto per l'area non critica (29%).
Quanto al Friuli Venezia Giulia, la probabilità di diffusione «bassa» si è intersecata con la valutazione di impatto «alta», per cui la classificazione complessiva di rischio è risultata «moderata». Il suo Rt, pari a 0,79, è il più basso d'Italia, con un'incidenza di 188 casi ogni centomila abitanti. Inoltre il tasso di positività è sceso dal 14,8% al 13,7%. La regione continua però a patire il sovraccarico sia della Terapia intensiva (46%), sia dell'area non critica (47%), con un'evidenza di nuovi focolai nelle strutture sanitarie e residenziali.
LA GIORNATA
Indubbiamente, comunque, la situazione complessiva del Nordest è in miglioramento. A confermarlo sono anche i dati di giornata, benché purtroppo in Veneto siano stati registrati altri 32 morti (10.913 in totale). Il doppio bollettino indica 993 nuovi casi (393.546 dall'inizio dell'emergenza), con 1.874 ricoverati in area non critica (-53) e 310 in Terapia intensiva (-4). Il tasso dei positivi sul totale dei tamponi, compresi cioè anche i test antigenici, è ormai al 2,74%, «quando una settimana fa era intorno al 7%», chiosa il governatore Luca Zaia, facendo anche notare che i soggetti attualmente positivi sono passati nel frattempo da circa 39.000 a 32.259, cioè quasi settemila in meno. La rilevazione unica del Friuli Venezia Giulia conta 336 nuove infezioni (in tutto 100.809) e altri 29 decessi (il bilancio è di 3.482), mentre i degenti intubati rimangono 77 e quelli accolti in altri reparti calano a 529 (-25).
LE ATTIVITÀ
A fronte di questi numeri, a Nordest cresce la richiesta di riaprire gradualmente tutte le attività. Annuncia l'assessore regionale Manuela Lanzarin: «A livello nazionale è stato riattivato il gruppo di stesura delle linee-guida, coordinato dal Veneto, nell'ottica di una maggiore semplificazione. Giovedì si è già riunita la parte tecnica e la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro per la revisione dei testi». L'immunologa Antonella Viola propone di cominciare dalle situazioni all'aperto, come i plateatici di bar e ristoranti e i giardini delle palestre. «Questo è l'abc concorda Zaia e i 21 parametri sono ormai anacronistici. Il 30 aprile non potremo più pensare alle restrizioni ma al giro di boa, a un lavoro di convivenza con il virus, anche perché avremo i vaccini che sono andati avanti». Il governatore svela infine cos'ha detto al premier Mario Draghi nel confronto su Recovery Fund: «Alle legittime istanze del Sud, io ho portato le legittime istanze del Nord. Se il Governo vuol far presto, deve utilizzare le Regioni come bracci operativi e pensare a semplificazioni burocratiche, non fare assistenzialismo con la politica del monopattino».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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