IL VERDETTO
VENEZIA Come quasi tutta l'Italia, ad eccezione dell'arancione Valle

Sabato 15 Maggio 2021
IL VERDETTO
VENEZIA Come quasi tutta l'Italia, ad eccezione dell'arancione Valle d'Aosta, il Nordest resta giallo. Talmente tanto che il Veneto intravvede ormai il bianco e il Friuli Venezia Giulia lo osserva già da vicino. Lunedì la cabina di regìa si riunirà per definire i parametri su cui si fonderà il nuovo decreto del Governo, ma il verdetto pronunciato ieri dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità (e relativo alla settimana dal 3 al 9 maggio) fotografa una situazione in cui le due regioni possono cominciare a tirare il fiato, considerati i valori sull'incidenza settimanale dei contagi e sui tassi di occupazione dei posti-letto.
IN VENETO
Per quanto riguarda il Veneto, gli algoritmi hanno incrociato la probabilità di diffusione «bassa» con la valutazione di impatto «bassa», per cui inevitabilmente «bassa» è risultata appunto la classificazione complessiva del rischio, malgrado la segnalazione di un'allerta relativa alla resilienza dei servizi sanitari territoriali. Per quello che ancora vale, vista appunto l'imminente revisione degli indicatori di valutazione, l'indice di contagio Rt scende da 0,95 a 0,88. I casi sono in calo: -18,3% e -20,5%, rispettivamente, quelli notificati alla Protezione civile nelle ultime due settimane e alla sorveglianza integrata per giorno. Sono in diminuzione pure i nuovi focolai di trasmissione (da 955 a 789) e i casi di infezione non associati a catene note (da 644 a 606). La quota di occupazione dei posti letto si riduce al 12% sia in Terapia intensiva che in area non critica, a fronte di soglie ancora fissate rispettivamente al 30% e al 40%. Il tasso di positività dei tamponi (considerando i soli molecolari) scende dal 4,8% al 3,6%, mentre calcolando anche i test antigenici diminuisce ulteriormente all'1,5%. L'incidenza settimanale si abbassa a 68 casi ogni centomila abitanti.
In tutto questo, viene però evidenziata un'allerta riguardante il numero di casi confermati di infezione, per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti, rispetto al totale dei contagi accertati. Questo valore crolla infatti al 74,1%, sorprendendo il governatore Luca Zaia e l'assessore Manuela Lanzarin. «È un'anomalia strana dicono e forse si tratta di un ritardo nel caricamento dei dati. Con numeri di contagio così bassi, è difficile pensare che il contact tracing sia andato improvvisamente in crisi».
LA RIMODULAZIONE
Ad ogni modo il progressivo svuotamento degli ospedali e la contrazione dell'incidenza ogni centomila abitanti, che secondo la proposta delle Regioni dovrebbero rimpiazzare l'Rt nella scansione delle fasce, sembrano già a portata di mano per il Veneto, che deve solo sforbiciare i casi calcolati sulla popolazione. «La rimodulazione richiesta da noi governatori ricorda Zaia è che sotto i 50 casi ogni 100.000 abitanti sia prevista la zona bianca, dai 50 ai 149 la gialla, dai 150 ai 249 l'arancione, sopra i 250 la rossa. Dopodiché c'è un altro fattore: se si è sopra al 30% delle Terapie intensive e al 40% delle aree non critiche, si va in rosso. Oppure si va in arancione al 20% e al 30%. Il fine settimana sarà foriero di una soluzione. Noi non vogliamo avere una posizione da irresponsabili. Però dobbiamo far presente che le vaccinazioni ci danno un contesto epidemiologico e sanitario diverso da un anno fa, anche se trovo ancora qualcuno che ragiona come fossimo al 21 febbraio 2020».
IN FRIULI VENEZIA GIULIA
Pressione ospedaliera e incidenza settimanale sarebbero già pienamente da bianco in Friuli Venezia Giulia, dove la probabilità di diffusione «bassa» si è intersecata con la valutazione di impatto «bassa», per cui la classificazione complessiva di rischio è risultata a sua volta «bassa». L'indice di contagio Rt scende da 0,78 a 0,72. I casi sono in diminuzione: -29,4% e -27,8%, rispettivamente, quelli notificati alla Protezione civile nelle ultime due settimane e alla sorveglianza integrata per giorno. Sono in lieve aumento i nuovi focolai di trasmissione (da 108 a 129), ma sono in netta contrazione i casi di infezione non associati a catene note (da 344 a 182). La quota di occupazione dei posti letto si assottiglia all'11% sia in Terapia intensiva che in area non critica, ben al di sotto dei tetti stabiliti. Il tasso di positività dei test (considerando i soli molecolari) scende dal 5,2% al 4,1%, mentre calcolando anche i tamponi rapidi diminuisce ulteriormente all'1,2%. L'incidenza settimanale scende a 44 casi ogni centomila abitanti.
Osserva il presidente Massimiliano Fedriga: «I numeri? Sono incoraggianti. Abbiamo avuto dei momenti difficili. Ma oggi, e dobbiamo sempre prendere comunque questi dati con estrema cautela e la dovuta prudenza, la situazione è in netto miglioramento».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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