Il verdetto del Tar e i consulenti legali per avviare la fase 2

Martedì 14 Aprile 2020
IL RETROSCENA
VENEZIA Rispolverando l'immagine già usata per l'autonomia, ieri il governatore Luca Zaia ha evocato la Pietà di Michelangelo, per spiegare com'è arrivato a firmare la nuova ordinanza sul Coronavirus: «Abbiamo limato, tentando di togliere tutto il marmo in più». Ma se nella bottega c'era da trovare un equilibrio nei chiaroscuri tra la plasticità e la spiritualità, qui la Regione ha dovuto cercare un punto di mediazione fra la tutela sanitaria e le esigenze socioeconomiche, in un Veneto in cui da oggi più di un'azienda su due sarà aperta per effetto dell'ultimo decreto varato dal Governo. Così il bilanciamento è stato provvisoriamente raggiunto con lo scalpello del diritto.
I MAGISTRATI
Il testo richiama infatti il verdetto depositato venerdì scorso dal Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia, che ha rigettato la richiesta di sospensiva dell'ordinanza emanata il 3 aprile dal governatore Massimiliano Fedriga, del tutto simile a quella che in Veneto aveva imposto guanti e mascherine in mercati e supermercati, confermandone la chiusura festiva. Rispetto al ricorso presentato dall'associazione Partita Iva Libera e dai commercialisti Renato Della Ragione e Fabrizio Presot, tutti di Pordenone, è stato fatto valere il principio sancito dal Consiglio di Stato: «Per la prima volta dal dopoguerra, si sono definite ed applicate disposizioni fortemente compressive di diritti anche fondamentali della persona - dal libero movimento, al lavoro, alla privacy - in nome di un valore di ancor più primario e generale rango costituzionale, la salute pubblica, e cioè la salute della generalità dei cittadini, messa in pericolo dalla permanenza di comportamenti individuali pur pienamente riconosciuti in via ordinaria dall'Ordinamento, ma potenzialmente tali da diffondere il contagio, secondo le evidenze scientifiche e le tragiche statistiche del periodo».
Secondo i magistrati di Trieste, il provvedimento regionale detta «misure rivolte a tutelare un danno infinitamente più grave di quello astrattamente dedotto» dai rappresentanti delle imprese e segue una valutazione di merito «della competente autorità sanitaria, che si basa sulle attuali conoscenze e sullo stato attuale della ricerca scientifica». Quanto alla chiusura domenicale dei negozi di alimentari, questa risponde «alla difficile necessità di tener conto anche delle esigenze della salute dei lavoratori interessati».
GLI AVVOCATI
In vista della progressiva ripresa delle attività economiche e della vita sociale, i nodi legali da sciogliere sono diversi, anche per scongiurare i contenziosi. Per questo nei giorni scorsi Azienda Zero ha ingaggiato due noti avvocati (con parcelle, per la cronaca, da 35.000 euro ciascuno). Da una parte l'amministrativista Chiara Cacciavillani dovrà «individuare i migliori strumenti e le migliori soluzioni giuridiche da adottare sia nella gestione della crisi epidemica che, in via prospettica, nella strutturazione, esecuzione e controllo della cosiddetta fase 2», quella cioè che «sarà caratterizzata dal progressivo allentamento delle restrizioni tese a limitare la diffusione del contagio e scongiurare il massivo ricorso alle strutture di cura». Dall'altra il penalista Fabio Pinelli, a fronte di «un'approfondita valutazione del percorso di sanità pubblica intrapreso», dovrà «fornire al Sistema sanitario regionale un autorevole supporto giuridico che possa anche, a seguito della ricognizione operata, assumere azioni e iniziative di orientamento o correzione che si rendessero necessarie verso il Ssr o, se del caso, nei confronti di soggetti terzi».
LE PROTEZIONI
Nel weekend pasquale, infine, la Regione ha voluto verificare pure la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale, ora che l'obbligo di indossarli dappertutto richiede numeri importanti di libero approvvigionamento. Il confronto con l'Agenzia delle Dogane, obbligata a requisire le merci importate per accaparramento a fini speculativi, non ha portato a una soluzione: il decreto governativo in materia è tuttora vigente. Per questo Zaia ha limato il testo imponendo «mascherine o ogni altro idoneo dispositivo per la copertura di naso e bocca, nonché guanti o gel o altra soluzione igienicizzante», lasciando più opzioni ai cittadini.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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