Il Veneto conferma le restrizioni, spiragli per alcune attività

Lunedì 23 Novembre 2020
LE MISURE
VENEZIA Stretto fra due regioni arancioni quali l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, da oggi il Veneto continuerà ad essere «una zona gialla plus», almeno fino al prossimo 3 dicembre. In mattinata il governatore veneto Luca Zaia presenterà la nuova ordinanza, che dovrebbe sostanzialmente confermare le regole entrate in vigore il 14 novembre, «salvo alcuni piccoli aggiustamenti sull'onda dell'esperienza maturata in questi dieci giorni»: si profilano alcuni spiragli nelle aperture del fine settimana, ma limitati a determinate categorie merceologiche, visto che le curve dei contagi e dei ricoveri non consentono rilassamenti. I suoi colleghi confinanti erano già intervenuti a modificare i rispettivi provvedimenti, ma mentre Stefano Bonaccini aveva mantenuto le restrizioni regionali in parallelo a quelle statali, Massimiliano Fedriga si era adeguato alle limitazioni prescritte a livello nazionale e ieri ha fatto marcia indietro sull'ipotesi di introdurre alcune aree rosse, preferendo optare per una campagna di tamponi a tappeto nei Comuni più infetti.
CAPISALDI E PRECISAZIONI
Zaia ha lasciato intendere che resteranno in piedi i capisaldi dell'ordinanza, come l'obbligo di mascherina praticamente dappertutto, l'autorizzazione a fare passeggiate nei luoghi poco affollati, la regolamentazione dei mercati, il divieto di consumazione al banco dopo le 15. Quanto alle chiusure del sabato (per le medie e grandi strutture di vendita) e della domenica (per tutti i negozi), potrebbe essere consentita l'apertura di qualche attività in più. Per esempio si parla delle rivendite di ferramenta (ma in Emilia Romagna sono stati sbloccati anche i prodotti per l'igiene della persona e della casa, nonché gli articoli di cartoleria e cancelleria), con la precisazione che i distributori di gpl e metano possono restare operativi sette giorni su sette. Quest'ultima puntualizzazione era contenuta in uno dei periodici chiarimenti pubblicati sul sito della Regione, ma a quanto pare non è apparsa sufficientemente ufficiale agli occhi esterni. È successo anche per lo stop all'educazione fisica e a quella musicale (se comporta il canto o l'uso di strumenti a fiato), alle elementari e alle medie: diverse scuole hanno sospeso le lezioni, malgrado Palazzo Balbi avesse postillato che non era ancora arrivato il prescritto parere del Comitato tecnico scientifico nazionale. Al riguardo l'Avvocatura ribadisce che la richiesta, pendente ormai da una settimana, non ha ancora ricevuto risposta, per cui «attualmente non è vietato lo svolgimento dell'attività musicale e fisica».
IN SEI COMUNI
Nel frattempo in Friuli Venezia Giulia, dopo l'ennesimo confronto con il team di esperti capitanato dal professor Fabio Barbone, la Regione ha ritenuto inutile l'istituzione di micro zone rosse, viste le dimensioni ridotte dei Comuni interessati. Si è preferito scegliere il modello altoatesino e sottoporre la popolazione dei paesi con più contagi a un controllo diagnostico di massa, che stando a ciò che filtra inizierà da domani. Nel dettaglio, i Comuni coinvolti saranno sei: in provincia di Pordenone si tratta di Castelnovo del Friuli (834 abitanti) e Claut (887); in provincia di Udine, Paularo (2.457), Socchieve (883) e Sutrio (1.267); in provincia di Gorizia, Dolegna del Collio (329). L'esperimento potrà essere esteso ad altri Comuni.
IL BOLLETTINO
Ieri a Nordest sono stati registrati altri 3.709 contagi e 37 decessi. In particolare, il Veneto ha rilevato 3.034 nuovi casi (totale 124.005) e 24 vittime (dall'inizio 3.236), con i ricoverati che salgono a 303 in Terapia intensiva e a 2.368 in area non critica, mentre le persone in isolamento domiciliare scendono a 39.051. Invece il Friuli Venezia Giulia ha contabilizzato 675 nuove infezioni (nel complesso 24.658) e 13 morti (dal principio 646), con i degenti che arrivano a quota 56 in Terapia intensiva e 545 negli altri reparti, più altre 12.450 persone in quarantena.
Marco Agrusti
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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