IL RETROSCENA
VENEZIA Una decisione non sarebbe stata ancora presa. Ma dopo la

Martedì 19 Novembre 2019
IL RETROSCENA
VENEZIA Una decisione non sarebbe stata ancora presa. Ma dopo la sequenza di eccezionali acque alte che hanno flagellato la scorsa settimana Venezia provocando centinaia di milioni di danni e le polemiche che hanno investito il Mose e la sua gestione, il governo potrebbe decidere di azzerare la struttura commissariale che guida da alcuni anni il Consorzio Venezia Nuova (Cvn), cioè l'ente concessionario unico statale per la costruzione del sistema delle dighe mobili.
DUE COMMISSARI
Dopo lo scandalo tangenti che nel 2015 ha travolto pezzi importanti della classe politica veneta e il vertice del Cvn, alla guida del Mose erano stati insediati tre commissari nominati dal prefetto di Roma su indicazione dell'Autorità anti-corruzione e con l'ovvio avvallo del governo. Si trattava dell'avvocato Giuseppe Fiengo, del professore Francesco Ossola, docente universitario a Torino e dell'ex direttore delle Dogane Luigi Magistro. A ciascuno dei tre era stato assegnato un compenso annuo di 240mila euro lordi. A metà 2017 i commissari erano però rimasti solo due, perchè Magistro, senza fornire spiegazioni ufficiali, si era dimesso. Nessuno era stato nominato al suo posto e la gestione del Consorzio era rimasta nelle mani di Fiengo e Ossola.
TERZA CASELLA
Ora dopo gli avvenimenti e le polemiche degli ultimi giorni, il governo ha, come prima cosa, provveduto alla nomina di Elisabetta Spitz come commissario straordinario per la conclusione dell'opera: figura già prevista da un decreto del ministro Toninelli, ma rimasta fino all'altro ieri sulla carta. Ma almeno altre due nomine dovrebbero scattare nei prossimi giorni. E la prima dovrebbe riguardare proprio il Cvn. La terza casella della struttura commissariale lasciata libera da Magistro dovrebbe infatti essere ri-occupata con la nomina di un alto esponente dell'Avvocatura dello Stato. Ma nell'ambito del governo e del ministero delle Infrastrutture si sta anche valutando la possibilità di voltar completamente pagina e di sostituire integralmente l'attuale vertice commissariale, attaccato da più parti e inviso in particolare agli enti locali veneti perche considerato responsabile dei ritardi nella conclusione dell'opera e perchè tacciato di una gestione considerata poco trasparente nei confronti del territorio.
IL DOPO LINETTI
L'altra nomina a tempi brevi dovrebbe infine riguardare il Provveditore alle opere pubbliche del Veneto, l'ex Magistrato alle acque, cioè l'istituzione che ha il compito di controllare l'operato del Consorzio e di seguire passo passo la costruzione del Mose. L'attuale provveditore, Roberto Linetti, in carica da tre anni, è ufficialmente in pensione dallo scorso settembre, ma non è ancora stato sostituito. Lo stesso Linetti non ha fatto mistero di essere disponibile a prolungare il proprio incarico per un altro anno, come in effetti la legge consente. Ma l'orientamento del governo sarebbe, anche questo caso, quello di cambiare e di nominare un nuove provveditore. Due sono i nomi in lizza e tutti e due provenienti dall'interno: o dallo stesso provveditorato o dal ministero. I tempi per la scelta dovrebbero essere rapidi.
D.Sc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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