IL RETROSCENA
ROMA Matteo Salvini non si sente né sconfitto, né tantomeno

Sabato 14 Luglio 2018
IL RETROSCENA
ROMA Matteo Salvini non si sente né sconfitto, né tantomeno messo in riga, dopo l'intervento di Sergio Mattarella che giovedì notte ha permesso lo sbarco dei 67 migranti bloccati a bordo della Diciotti. «Io non mollo. Andrò fino in fondo, tanto più perché la gente è con me», ha messo in chiaro il ministro degli Interni. E ha dato immediata prova di non scherzare inquadrando nel mirino un nuovo barcone con 450 clandestini.
«Matteo fa il suo mestiere ed è determinato a proseguire la campagna contro l'immigrazione irregolare», spiegano al Viminale, «ha preso un impegno con i cittadini e intende mantenerlo. Non cambierà di certo atteggiamento, tanto più che lo scontro con Mattarella non c'è stato. Si è sentito con il Quirinale nelle ore cruciali e l'atmosfera è sempre stata tranquilla».
Non solo. Diverse fonti affermano che l'intervento del Presidente è stato accolto giovedì sera da Salvini come una liberazione. Dopo che la Procura di Trapani aveva escluso arresti tra i migranti, il ministro non sapeva come uscirne, stava per dare il via libera allo sbarco. Poi è arrivato «il provvidenziale» intervento di Mattarella che ha permesso a Salvini di dire che la decisione non era sua, ma del Quirinale, salvando faccia e linea della fermezza.
Vero? Sul Colle, dove non si nasconde il disappunto per il fatto che sia stata resa nota la telefonata di Mattarella, le bocche sono cucite. Il Presidente non vuole tenere alta la tensione: è intervenuto per necessità, per fissare un precedente e così mettere ordine su ruoli e competenze nel governo. Perché sullo sbarco della Diciotti si era creata una situazione di paralisi, frutto di uno scontro tra corpi dello Stato (il ministro delle Infrastrutture Toninelli, competente sulla Guardia costiera, contro il responsabile del Viminale). E perché la richiesta di Salvini di arrestare alcuni migranti rappresentava una minaccia all'indipendenza della magistratura: «Un ministro non può ordinare ai giudici cosa fare», dice una fonte parlamentare vicina a Mattarella.
Salvini intende chiudere la querelle con il Quirinale. Afferma di essere «a disposizione per spiegare». E nega che «il Presidente si sia intromesso». «Il capo dello Stato si è solo informato per capire come si sarebbe proceduto nel rispetto delle regole e delle competenze», dicono nell'entourage del ministro.
Anche a palazzo Chigi, dove pesa il braccio di ferro sulle nome in Cdp, Giuseppe Conte fa filtrare toni rassicuranti: «Il patto con la Lega durerà a lungo, Salvini non è tipo da strappare. Usa slogan duri, ma poi quando si siede al tavolo e va trovata una sintesi, finora si è sempre mostrato ragionevole. E' stato così anche con la Diciotti: quando Conte l'ha informato che avrebbe autorizzato lo sbarco, non si è messo a fare il pazzo. Anzi. E comunque la sua linea sta dando risultati apprezzati da tutto il governo: gli sbarchi si sono fermati».
SONDAGGI POSITIVI
Tanta comprensione - accompagnata dalla controcomunicazione di Luigi Di Maio («sto con Mattarella, ha sbloccato la situazione»), in quella che è ormai un'aperta competition con Salvini tra partiti populisti che non hanno (al momento) alcuna intenzione di aprire una crisi - ha una sua spiegazione negli ultimi sondaggi. «Il trend è finalmente cambiato, M5S è tornato in terreno positivo. Oltre al 30%», dice un'alta fonte grillina, «e migliorerà ancora adesso che abbiamo abolito i vitalizi sui quali la Lega ci ha offerto sponda...».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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