IL RETROSCENA
ROMA La riorganizzazione della campagna vaccinale è pronta.

Martedì 2 Marzo 2021
IL RETROSCENA
ROMA La riorganizzazione della campagna vaccinale è pronta. Il premier Mario Draghi terrà la parte che riguarda l'approvvigionamento, la ricerca di nuovi dosi anche grazie alla sua autorevolezza in Europa; l'Esercito seguirà la logistica di primo livello, curando e velocizzando il trasporto. La distribuzione finale farà capo alla Protezione civile, che andrà anche a compensare i ritardi di alcune Regioni, perché non è accettabile che se hai 70 anni e sei nato nel territorio X rischi di essere vaccinato tre o quattro mesi dopo un tuo coetaneo che abita nel territorio Y.
L'Italia deve essere unita anche sui tempi della vaccinazione. E su questo il nuovo supercommissario all'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo e il nuovo capo della Protezione civile Francesco Curcio, sono attesi da un compito difficile, perché coordinare le azioni delle Regioni sarebbe stato arduo già in partenza, ma farlo ora a campagna già avviata con i governatori che hanno deciso strategie spesso differenti tra loro, sarà tutt'altro che semplice. La nuova catena di comando sulla campagna vaccinale parte da Draghi, coinvolge il sottosegretario Franco Gabrielli, con la delega ai Servizi segreti, si sviluppa, ovviamente passando con il Viminale, anche con il possibile nuovo capo della Polizia Lamberto Giannini e con Curcio. Sia Giannini sia Curcio sono due persone molte legate a Gabrielli. L'esperienza di altissimo livello, maturata sul campo, del generale Figliuolo va a completare il quadro.
Il dopo Arcuri ora è cominciato e in molti ieri ricordavano quando, subito dopo il Vaccine day che coinvolse le Forze Armate, l'ex commissario in una riunione con il Comitato tecnico scientifico disse: Ora possiamo fare da soli, i militari non ci servono. Se Arcuri non è riuscito a creare un dialogo efficace con le Regioni, ora il nuovo commissario dovrà centralizzare le operazioni. Con il supporto degli esperti del ministero della Salute, che dovranno dare il via libera alla strategia della prima dose, che però interesserà maggiormente il vaccino di AstraZeneca la cui è efficacia aumenta proprio se si aspettano tre mesi prima di somministrare la seconda. In sintesi: se oggi le dosi del vaccino sviluppato a Oxford restano a lungo nei frigoriferi inutilizzate, specialmente in alcune Regioni, a regime potremmo vedere arrivare i volontari della Protezione civile nei territori maggiormente in ritardo, allestire delle tensostrutture, assistere gli operatori sanitari delle varie Asl che assicureranno le vaccinazioni di massa. Oggi viaggiamo a 120.000 vaccinazioni al giorno. L'obiettivo nel breve termine è arrivare a 200.000, per puntare a mezzo milione quando ci saranno sufficienti dosi.
LA STRATEGIA DEL PREMIER
Una cosa è certa, Draghi ha chiuso il cerchio. In meno di tre giorni ha ridisegnato la nuova governance, l'intera catena di comando della campagna vaccinale: la vera e unica arma, a giudizio del premier, per battere la pandemia, le sue varianti, e uscire così dalla spirale delle misure restrittive garantendo al Paese la ripartenza economica. Dopo aver nominato venerdì Curcio capo della Protezione civile, Draghi ha scelto il generale Figliuolo per il ruolo di commissario straordinario per l'emergenza Covid-19.
LA «CORNICE NAZIONALE»
La scelta non è casuale. La nomina di Figliuolo, da due anni a capo della logistica dell'Esercito e fin dall'inizio in prima linea nella lotta al virus, servirà a Draghi a disegnare assieme alla Protezione civile una campagna vaccinale «più veloce, più capillare e più equa tra le varie Regioni nella distruzione e somministrazione dei vaccini», spiegano fonti di governo.
Curcio e Figliuolo oltre a spingere sul pedale dell'acceleratore, dovranno insomma riuscire - secondo le intenzioni di Draghi - a colmare il gap esistente tra le varie Regioni. L'obiettivo: rendere «più omogenea e livellata su tutto il territorio nazionale» la diffusione dei vaccini, «superando le situazioni di disparità» presenti tra le varie Regioni.
Nessuno nel governo vuole parlare di commissariamento dei governatori regionali, ma visto che l'Italia (come spiega l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) è al 25° posto su 27 Stati dell'Unione per percentuale di popolazione immunizzata e che in prima linea sul fronte vaccinale sono proprio i servizi sanitari delle Regioni, è evidente che d'ora in poi la Protezione civile e il nuovo commissario straordinario dovranno imporre ai governatori quella che un ministro che segue il dossier chiama «cornice nazionale». Tant'è, che entro mercoledì o giovedì la ministra agli Affari regionali Mariastella Gelmini convocherà il primo incontro tra Curcio, Figliuolo e i rappresentanti delle Regioni. Lo scopo: una «stretta sinergia» tra la nuova governance e i governatori che, con il lombardo Attilio Fontana, già garantiscono «massima collaborazione per cambiare ritmo e per partire il prima possibile con la campagna di vaccinazione di massa». La prova che la campagna finora ha segnato sostanzialmente il passo. O quasi.
Mauro Evangelisti
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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