IL RETROSCENA
ROMA La giornata prende una piega complicata, e chiara a tutti,

Lunedì 14 Gennaio 2019
IL RETROSCENA
ROMA La giornata prende una piega complicata, e chiara a tutti, quando intorno alle 12 il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, con un tweet, si congratula con il ministro e vicepremier Matteo Salvini: «Conta sempre su di noi». L'altra metà del governo, quella M5S, appare spiazzata. Parte l'ordine di «spingere sui social» il Guardasigilli Alfonso Bonafede e il premier Conte. Il ministro della Giustizia inizia ad andare in tv e a rilasciare una pioggia di dichiarazioni. «Non bisogna lasciare spazi a Matteo», è l'input della comunicazione. Da sei ore, d'altronde, la notizia dell'arresto di Cesare Battisti ha svegliato i big del governo. Ai grillini sono chiari i rapporti tra la famiglia Bolsonaro e il leader della Lega, che sarà a Brasilia il prossimo mese. Li unisce l'internazionale sovranista, come si sa.
La tensione sale però quando a Roma si inizia a discutere se l'ex terrorista dovrà fare scalo o meno in Brasile.
Bolsonaro nel frattempo ha già inviato un jet militare per prendere Battisti e fargli fare uno stop in casa prima dell'estradizione. Questa soluzione piace a Salvini che dalle sei di mattina è in collegamento telefonico costante con il suo deputato Luis Roberto, con il quale vagheggia anche la possibilità di partire subito per «andarlo a prendere di persona». Il ministro per gli Affari esteri Ernesto Araújo dà ampie possibilità e caldeggia questa ipotesi. Dal M5S montano i timori: «Salvini vuole giocare in proprio anche questa partita, ma è una vittoria dell'Italia e del governo».
C'è un po' di sconcerto a Palazzo Chigi perché Bolsonaro pubblicamente non ha fatto i complimenti al suo omologo, ma appunto al «Capitano». E così viene coinvolto il nostro ambasciatore a Brasilia, Antonio Bernardini, affinché crei un ponte con Conte. A pranzo ecco la lunga telefonata, finalmente, tra il presidente del Consiglio e il capo del governo brasiliano. Quest'ultimo spinge per «lo scalo tecnico» di Battisti nel suo Paese. Conte si dimostra disponibile a questa opzione, anche se ha molti dubbi. Si raccomanda il «massimo rigore nell'operazione».
L'«avvocato del popolo» ha il timore che alla fine spuntino nuovi cavilli e altri ricorsi a bloccare un'operazione che sembra ormai (quasi) fatta: «Non possiamo permettercelo». La telefonata è lunga, tra i due. E il presidente Bolsonaro rassicura Conte. Da qui arriva il via libera allo scalo. Intanto, l'aereo carioca è già in Bolivia, a differenza di quello italiano che atterra a metà pomeriggio, ora di Roma. L'accordo però salta, quando proprio dal ministero della Giustizia, guidato dal grillino Bonafede, spiegano a Conte che se Battisti passerà dal Brasile, in virtù di accordi internazionali, non sconterà l'ergastolo ma una pena di trent'anni. Inoltre e soprattutto: tutti i big pentastellati vorrebbero evitare una passerella a uso e consumo di un governo che «sembra amico più di Salvini che dell'Italia».
LE COMPETENZE
Si rimettono in moto le rispettive diplomazie, anche perché l'ordine di espulsione boliviano non prevede tappe intermedie, ma il ritorno del ricercato nel paese d'appartenenza. Salvini viene informato in diretta e capisce che è sfumata l'operazione e così ribalta il punto di vista: «Battisti sconterà i suoi ultimi giorni di vita in carcere: con l'ergastolo». Il jet brasiliano riparte vuoto da Santa Cruz. Al contrario dell'aereo italiano. Atteso oggi a Ciampino intorno alle 12.30. Ad aspettare l'ex leader dei Pac ci saranno i ministri Bonafede e Salvini. Il governo giallo-verde sarà così rappresentato in maniera equilibrata. «Anche se poi la competenza e la gestione toccherà a noi - raccontano dal dicastero di via Arenula - a partire dalla collocazione di Battisti a Rebibbia». Conte incontrerà il suo omologo a Davos a fine mese.
Il leader leghista, che già ha inviato il ministro Centinaio il 1 gennaio in Brasile per la proclamazione del presidente, farà tappa in Sud America il mese prossimo. Dal M5S masticano amaro ma sono realisti: «Mentre Salvini gioca sui social con i figli del presidente noi da tempo portiamo avanti questa pratica nella massima discrezione». Dal Viminale, invece, sanno che l'incasso politico dell'operazione penderà tutto a favore del ministro. «Scusate, premesso che non è importante, ma dobbiamo spiegarvi i rapporti tra Matteo e la famiglia presidenziale?». Strano, ma vero: la competizione giallo-verde è passata anche da qui.
Simone Canettieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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