IL RETROSCENA
ROMA Il Natale al tempi del Covid sarà blindato. Di «un

Mercoledì 2 Dicembre 2020
IL RETROSCENA
ROMA Il Natale al tempi del Covid sarà blindato. Di «un giallo rafforzato», per dirla con Giuseppe Conte. A sorpresa però potrebbe essere permesso (il condizionale è d'obbligo) ai figli che vivono in un'altra Regione di far visita ai genitori anziani, ai nonni. E i ristoranti dovrebbero restare aperti nei giorni di Natale e Santo Stefano. Ma, come previsto, saranno vietati cenoni affollati e feste. La messa della Vigilia verrà anticipata alle 20 a causa del coprifuoco delle 22, valido anche il 25 dicembre e a Capodanno. Pranzi, pomeriggi di tombolate e cene in famiglia «fortemente raccomandate per i soli familiari conviventi». In più, niente vacanze sulla neve.
«Serve mantenere rigore e prudenza», hanno spiegato i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia ai governatori regionali che chiedevano un allentamento delle misure. «Bisogna evitare la terza ondata dell'epidemia e sovrapposizioni con la distribuzione dei vaccini», ha detto Conte, «e non disperdere i sacrifici fatti»: ieri 19.350 positivi su 180mila tamponi, tasso di positività poco sopra al 10%. Ma ancora tanti morti: 795.
Per scongiurare una nuova impennata dei contagi a causa delle Feste natalizie, il governo - nel Dpcm e nel decreto che lo accompagnerà con le misure dedicate alla stretta di Natale, in modo da limitare la libertà personale con una norma di rango legislativo - ha fissato due capisaldi. Il primo: divieto di superare i confini regionali (anche quando tutta l'Italia sarà in zona gialla) dal 19-21 dicembre al 6-10 gennaio, a meno che non si raggiunga il proprio domicilio o residenza. Il secondo: la conferma del coprifuoco dalle 22. Obiettivo: evitare «la tradizionale socialità natalizia». Perché, come dicono gli esperti, «oltre l'80% dei contagi avviene in famiglia». E, come sostengono Boccia, Speranza e Dario Franceschini alfieri della linea dura, «non si possono ripetere gli errori di agosto, quando ci fu il liberi tutti. Questa volta non avremmo attenuanti...».
LE TRE GRANE
La partita però si è complicata. Durante la riunione tra Conte, Speranza e i capigruppo della maggioranza, è stato sollevato il tema delle seconde case. E soprattutto il nodo dei ricongiungimenti familiari: la possibilità di passare il Natale (nonostante la chiusura dei confini regionali) con i genitori anziani, i parenti di primo grado, per chi vive in un'altra Regione. E per gli studenti fuori sede di tornare a casa. Ebbene il premier, che teme per «la tenuta psicologica del Paese», non ha chiuso la porta. Speranza e Boccia invece si sono mostrati determinati a non concedere alcuna deroga per evitare «migrazioni natalizie e diffusione del contagio». E perché, come diceva una fonte che segue il dossier, «permettere i ricongiungimenti familiari innescherebbe un caos interpretativo e l'impossibilità di controlli da parte delle forze dell'ordine». Per dirla con Boccia: «La deroga potrebbe minare la tenuta della stretta anti-contagi».
La seconda grana esplosa a palazzo Chigi è stata la chiusura degli hotel di montagna dal 20 dicembre al 10 gennaio, che si doveva accompagnare allo stop dello sci (che è certo: anche l'Austria chiuderà gli impianti) e alla quarantena per chi rientra dall'estero. Più di un capogruppo, durante la riunione, ha osservato che questa «misura presenta problemi», visto che nel resto del Paese gli alberghi resteranno aperti e «che con gli impianti chiusi è inutile fermare gli hotel». Anche questa volta Conte «ha condiviso le perplessità»: «Serve una riflessione».
La terza grana è stata la chiusura, proposta dal governo, dei ristoranti nei giorni di Natale e di Santo Stefano. Anche qui dalla maggioranza (non solo da Italia Viva) è arrivata una richiesta di riflessione, dato «che tutti i locali devono rispettare i protocolli e perciò le tavolate saranno vietate».
IL BRACCIO DI FERRO
A questo punto, per non arrivare oggi in Parlamento (Speranza riferirà sia alla Camera che in Senato) con misure incomplete, Conte ha deciso di convocare un vertice d'urgenza con i capidelegazione. E fino a notte è andato in scena l'ennesimo braccio di ferro tra il premier, Franceschini, Speranza, Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova.
E' finita con la decisione di fare «una forte raccomandazione» a evitare pranzi, cene natalizie e tombolate «con familiari non conviventi». E con il no alla deroga dei ricongiungimenti familiari. Ma forse verrà concessa la possibilità di passare il Natale con i genitori anziani, anche se residenti in un'altra Regione. Probabile inoltre il sì all'apertura degli hotel di montagna durante le Feste e dei ristoranti il 25 e 26 dicembre. Presa in considerazione infine l'ipotesi di fermare le crociere natalizie. «Ma la decisione avverrà dopo il confronto con il Parlamento», hanno spiegato a palazzo Chigi. Insomma, oggi il verdetto definitivo. Anche sulla possibilità di raggiungere le seconde case durante le Feste.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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