IL RETROSCENA
ROMA «Dobbiamo isolare Salvini, dobbiamo fargli male»

Lunedì 19 Agosto 2019
IL RETROSCENA
ROMA «Dobbiamo isolare Salvini, dobbiamo fargli male» ripete Beppe Grillo. Salvini addio, ora la prima mossa tocca al Pd. «Vedi, una cosa è riuscita a farla il leader leghista, ha ricompattato il Movimento: quanto tempo che era che quei quattro non si ritrovavano tutti insieme?» dice qualcuno dalla retrovie del Movimento 5 Stelle, mentre Roberto Fico, presidente della Camera, jeans e t-shirt blu alla Steve Jobs percorre la strada sterrata, oltre la pineta, che porta a Villa Corallina, a Marina di Bibbona. Casa al mare di Grillo da quasi vent'anni. Subito dopo la duna c'è la spiaggia in questo lembo della provincia di Livorno, ma il garante, insieme a Fico, Luigi Di Maio e Alessando Di Battista, parla d'altro. E poi certo c'è anche Davide Casaleggio, che in questo caso però la pensa come Beppe.
COAST TO COAST
La cronaca della crisi più pazza cominciata sull'Adriatico si sposta sul Tirreno. Grillo ripete a voce alta ciò che ha già fatto trapelare negli ultimi giorni alla luce delle offerte di Salvini per proseguire l'alleanza gialloverde: «Non facciamoci fregare di nuovo da Salvini, dopo pochi mesi ribalterebbe tutto. Proviamo con il Pd. In questo momento la cosa più importante è isolare Salvini». L'idea di Grillo è che ora sia necessario dialogare con il Pd. Con Zingaretti, ma anche con quella parte dei Dem che si rispecchia nell'editoriale di Romano Prodi, pubblicato ieri mattina dal Messaggero. Obiettivo: un contratto rossogiallo. Luigi Di Maio, descritto come tentennante, tentato dall'idea mantenere in qualche modo l'alleanza gialloverde, replica subito con toni perentori, quasi a spazzare via ogni sospetto di nostalgia di Matteo: «Nessuno più di me ha perso stima in Salvini, mi ero fidato delle sue parole, ma ha dimostrato di essere poco credibile». Di Battista svolge il solito ruolo di chi ama il gioco di confusione («non so chi sia meno credibile e più inaffidabile tra Renzi e Salvini, forse per saperlo dovremmo chiederlo a Verdini ottimo amico di entrambi»).
Ma è Fico che vede aumentare la sua forza: lo schiaffo alla Lega che sarà messo nero su bianco nel comunicato ufficiale è una vittoria. Annotazione: lui che di solito è così attento alle liturgie istituzionali, per un giorno si è sporcato le mani e ha partecipato a un vertice di partito. Glielo ha chiesto espressamente Grillo. Un segnale: per l'investitura a premier di un possibile governo rossogiallo l'ipotesi di Fico è solida. E al governo potrebbero andare anche altri ortodossi. Di Maio? Oggi guiderà un'assemblea dei parlamentare, dopo avere incontrato altri nomi forti del Movimento. Ma qualcuno dalle parti del governo lo nota: nel vertice a Villa Corallina ci sono anche Paola Taverna, i due capigruppo di camera e senato Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, chi non vuole bene a Di Maio nota l'assenza di ministri suoi fedelissimi come Fraccaro e Bonafede e arriva a questa conclusione: «Luigi ormai è stato commissariato». Ma soprattutto: Grillo, galvanizzato dalla fase di passaggio, ha ripreso in mano il Movimento.
DISTINZIONI
Da Villa Corallina, combinazione a pochi chilometri da Cecina, dove venerdì sera c'è stato il comizio di Nicola Zingaretti alla Festa dell'Unità, nel pomeriggio viene scritto e ben rifinito un comunicato. Sancisce la rottura con Salvini, senza mai citare il Pd (da cui si aspetta la prima mossa) e senza mai accusare la Lega. «Tutti i presenti si sono ritrovati compatti nel definire Salvini un interlocutore non più credibile. Prima la sua mossa di staccare la spina al governo del cambiamento l'8 agosto tra un mojito e un tuffo. Poi questa vergognosa retromarcia in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilità, fanno di lui un interlocutore inaffidabile, dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi. Il Movimento sarà in aula al Senato al fianco di Giuseppe Conte il 20 agosto».
Al di là della certificazione che il vecchio hemingueiano mojito è il cocktail dell'estate, la nota chiude con Salvini, ma lascia teso il filo, sia pure sottile, del dialogo con la Lega. Appare una mossa tattica, semplicemente per avere più forza al tavolo con i Dem. Ma anche il comunicato successivo di D'Uva e Patuanelli continua la distinzione, non proprio semplicissima, tra Salvini e Lega: «È chiaro a tutti, anche a molti leghisti, che la colpa di questa inverosimile situazione sia solo di Salvini. Adesso che hanno tradito, non vengano a piangere da noi». Sempre in Toscana, a Marina di Pietrasanta, a un centinaio di chilometri, il leader leghista, nel tardo pomeriggio, al festival della Versiliana, urla: «M5S e Renzi, li vorrei vedere insieme a Bibbiano». «È disperato», replicano i 5Stelle.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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