IL RAPPORTO
VENEZIA Ricordate il 2013? Il periodo più nero della Grande

Martedì 30 Giugno 2020
IL RAPPORTO
VENEZIA Ricordate il 2013? Il periodo più nero della Grande Crisi, quando il Nordest pianse un quinto del totale nazionale dei suicidi economici, 32 su 149. Ebbene quell'anno in Veneto furono concessi 108 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, «un nuovo record» si disse all'epoca, senza poter immaginare che quel triste primato sarebbe stato sbriciolato nell'aprile del 2020, sotto i colpi dell'emergenza Coronavirus. In un solo mese, infatti, i milioni di Cig sono stati 113 e nel settore dell'accoglienza e della ristorazione il dato mensile è risultato addirittura triplo rispetto a quello annuale di allora.
L'AMMORTIZZATORE
Sono numeri drammatici quelli contenuti nell'ultimo rapporto dell'ufficio Statistica della Regione, dedicato al mercato del lavoro prima e dopo il Covid-19, che gli analisti definiscono «il ciclone» non a caso: «Le chiusure di molte attività economiche e il blocco degli spostamenti, misure indispensabili per il contenimento del contagio, hanno portato grosse ripercussioni per l'economia».
Se l'industria e l'agricoltura hanno retto l'urto, registrando un aumento degli occupati pari rispettivamente a +6,9% e +26,3%, i primi mesi di quest'anno hanno visto un calo del 12,6% nei negozi, negli alberghi e nei ristoranti e del 6% nelle costruzioni. Si è trattato delle mancate assunzioni dei precari e degli stagionali: considerando i contratti a termine, fra aprile del 2019 e lo stesso mese del 2020, Veneto Lavoro ha calcolato una variazione tendenziale del -31,5% e -40,7%. Ecco spiegati i 113 milioni di ore dell'ammortizzatore sociale in appena trenta giorni, a fronte oltretutto dei soli 17 nell'intero 2019, con il dato del terziario tre volte più grande rispetto a tutto il 2013. Rispetto all'ammontare complessivo, 100 milioni di ore sono stati di Cig ordinaria, 0,9 straordinaria e 12 in deroga.
IL PART-TIME E IL CARNEVALE
Pensare che, fino a febbraio, la situazione pareva improntata all'ottimismo: per il sesto anno consecutivo, il 2019 aveva consolidato la crescita del tasso di occupazione, registrando un 67,5% e dunque un punto percentuale in più rispetto al 2018 («Neanche prima del crollo di Lehman Brothers in Veneto si erano toccati valori così alti»). Ma l'emergenza sanitaria ha spazzato via tante certezze, soprattutto sul piano delle condizioni lavorative: alcuni «si adattano al mercato del lavoro accettando impieghi part-time», altri «come in un grande carnevale, si travestono da lavoratori autonomi pur essendo a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti». A dirlo sono le cifre. Nel giro di una dozzina di anni, la quota di part-time involontario (cioè dovuto non ad esigenze personali o familiari, bensì a ristrettezze del mercato) è cresciuta dal 21,3% al 53%.
Inoltre il 22% degli occupati è indipendente (in termini assoluti si tratta di 481.000 persone), ma fra questi circa i due terzi sono senza dipendenti in busta paga. Gli esperti li chiamano dependent contractor, una figura ibrida che non è né dipendente né autonoma: «Sono occupati formalmente autonomi che sono però, di fatto, vincolati da rapporti di subordinazione con un'altra unità economica (cliente o committente) che ne limita l'accesso al mercato e l'autonomia organizzativa, ad esempio fissando le tariffe della prestazione lavorativa oppure detenendo gli strumenti necessari per svolgere l'attività». Di false partite Iva così in Veneto ce ne sono più di 42.000, costituendo il 13,7% degli occupati autonomi senza dipendenti, quando la media italiana è del 12,8%. Il profilo? Donna (15,7%), laureata (15,2%), under 35 (24,2%), occupata nei servizi (15,7%). «Molto concreto sottolineano gli analisti è il rischio di scivolare in questa categoria soprattutto per gli atipici: su 100 co.co.co. e prestatori d'opera occasionale, 66 sono di fatto legati da vincoli di dipendenza». Al punto magari da lavorare nella sede del committente, ma senza pote decidere l'orario di lavoro. Si chiede la Regione: «Quali saranno gli effetti del ciclone Covid su questo tipo di lavoratori?».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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