IL RAPPORTO
ROMA Sta dando ottimi risultati la forte adesione dei giovani alla

Domenica 26 Settembre 2021
IL RAPPORTO
ROMA Sta dando ottimi risultati la forte adesione dei giovani alla campagna vaccinale, grazie all'estensione del Green pass. I dati aggiornati al 22 settembre del report settimanale dell'Istituto superiore della Sanità (Iss) rivelano che da inizio agosto «è stata osservata una forte diminuzione» dei contagi tra i ragazzi da 12 a 19 anni.
Ma vediamo il dettaglio. A fronte della crescita dell'incidenza dei casi di Covid rilevata ad inizio luglio in tutte le fasce di età, a partire da agosto è stata registrata, appunto, una «forte diminuzione» dell'incidenza nella fascia 12-19 anni e una diminuzione meno marcata dell'incidenza negli over 20. Per la popolazione con età inferiore ai 12 anni, che non ha accesso alla vaccinazione, i contagi hanno iniziato a diminuire solo a partire da fine agosto insieme alla riduzione dei casi complessivi.
Dall'inizio dell'epidemia - alle ore 12 del 22 settembre - sono stati, nella popolazione 0-19 anni, 748.615 i casi confermati di Covid, di cui 34 deceduti. Durante il periodo 6-19 settembre sono stati diagnosticati e segnalati 14.967 nuovi casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 151 ospedalizzati, 2 ricoverati in terapia intensiva e nessun deceduto (i valori riportati non includono le persone ospedalizzate, ricoverate in terapia intensiva e decedute diagnosticate prima del 6 settembre).
Nelle due settimane precedenti (23 agosto - 5 settembre 2021) erano stati diagnosticati 21.036 nuovi casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 246 ospedalizzati, 2 ricoverati in terapia intensiva e 1 deceduto. Dalla seconda decade di luglio si è osservato un aumento in percentuale dei casi nelle fasce di età più giovani (meno di 3 anni, 3-5 e 6-11) a discapito delle fasce 12-15 e 16-19. Sebbene il dato non sia consolidato, nelle ultime due settimane più del 50% dei casi diagnosticati nella fascia di età 0-19 anni si è osservata nei soggetti con età inferiore ai 12 anni. Quelli a cui, per il momento, non è consentita la possibilità di vaccinarsi.
L'istituto superiore della Sanità, nel suo report esteso, ha analizzato inoltre la situazione tra chi ha più di 80 anni e non è stato vaccinato. Il rischio di morte tra gli ultra ottantenni senza neppure una dose è stato 14 volte più elevato rispetto a chi ha completato il ciclo vaccinale con due dosi.
Dai dati emerge inoltre che in questa fascia di età il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni dei non vaccinati, è «circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (251,8 contro 28,9 ricoveri per 100.000 abitanti)». In più, negli over 80 «si osserva che, sempre negli ultimi 30 giorni, il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben undici volte più basso dei non vaccinati (1,4 contro 15,5 per 100.000 abitanti)».
MEDICI E INFERMIERI
L'Iss è andato a verificare anche la situazione dei contagi tra medici e infermieri. Ebbene, il numero dei casi fra gli operatori sanitari è in diminuzione dalla seconda metà di agosto, ma più lentamente rispetto alla discesa dei casi nel resto della popolazione. Emerge un lieve aumento in corrispondenza dell'aumento del numero di positivi al Covid nella restante popolazione ad inizio luglio. Mentre i casi nella popolazione sono in forte diminuzione dalla seconda metà di agosto, i positivi fra sanitari stanno diminuendo più lentamente (358 rispetto a 380 della settimana precedente) ed è ora pari al 2,1% rispetto al resto della popolazione.
Grazie all'estensione del Green pass al personale scolastico e universitario e, dal 15 ottobre, al mondo del lavoro pubblico e privato, però la campagna vaccinale ha ripreso slancio. «Siamo ancora dentro la pandemia, ma i risultati della campagna di vaccinazione sono molto incoraggianti», spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza, «siamo a oggi al 77,4% delle persone vaccinabili che hanno completato il ciclo, a 83.600.000 dosi somministrate, un numero molto significativo che sta crescendo e negli ultimi giorni, grazie alle scelte fatte, c'è un aumento significativo delle prime dosi e questo ci mette nelle condizioni di poter governare meglio l'epidemia».
A.Gen.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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