IL RACCONTO
Anna, 82 anni, ha un sacchetto pieno di ciliegie sul sedile accanto,

Giovedì 4 Giugno 2020
IL RACCONTO
Anna, 82 anni, ha un sacchetto pieno di ciliegie sul sedile accanto, quello vuoto, per far rispettare le nuove regole del Covid. «Vede come sono belle? - dice al bigliettaio - le offrirei pure, ma non posso, c'è il virus, meglio non toccare troppo in giro». Sono per sua nipote, che l'aspetta a Roma dopo 3 mesi. «Mica le ho comprate, vengono dal mio orto, non è grande ma ci nascono questi tesori». La piccola scorta di cerase l'accompagna per tutto il viaggio, mentre il treno Italo sfreccia sulla tratta Milano-Roma, primo giorno senza restrizioni. Addio lockdown, addio autocertificazione. Alla stazione di Milano centrale non c'è troppa coda, i convogli che saettano sui binari dell'Alta velocità sono quasi tutti esauriti, anche perché i posti sono stati sforbiciati per decreto: solo metà passeggeri, per evitare la calca. Sulle carrozze che viaggiano a oltre 200 chilometri l'ora, si accomodano, a distanza di sicurezza, figli, fratelli, genitori, qualche nonna, tanti fidanzati di ritorno. «L'80% erano congiunti, come si dice adesso - racconta Davide Vincitorio, 45 anni, il capotreno dell'Italo partito ieri alle 7.40 da Milano e diretto a Roma - il resto? Professionisti che si muovevano per lavoro, di nuovo gasati, a computer spiegati sul ripiano del sedile, qualche turista, ma ancora pochi». Tutti, in ogni caso, col kit d'ordinanza: guanti, mascherine, poggiatesta rigorosamente monouso.
Qualche momento di tensione c'è. Colpa della mascherina che qualche passeggero ogni tanto scosta, cala sotto il mento o lascia appesa a un orecchio, quasi sempre per telefonare. A quel punto scatta la sollevazione dei compagni di scompartimento. «Sono loro che quasi sempre riescono a ristabilire le regole, ma a volte tocca a noi intervenire», ammette il capotreno. «A bordo ho visto un po' di agitazione - confida Emiliano Cuoco, 47 anni, agente finanziario, romano, ma a Milano da vent'anni - Un ragazzo ha iniziato a parlare al cellulare, senza maschera, nemmeno si copriva la bocca. Se l'è rimessa, la mascherina, solo quando gli altri passeggeri l'hanno ripreso».
A DESTINAZIONE
Per il resto il viaggio fila senza intoppi; molti pregustano gli abbracci che li attendono a destinazione. C'è anche qualche happy ending da film, come quello di Manolo Nicastro, 39 anni, titolare di un'agenzia di viaggi, che davanti alle transenne di Termini riabbraccia la sua Anna Maria. «Non ci vedevamo dal 17 febbraio. Io a Milano, lei a Roma. E ora abbiamo deciso: non abbiamo mai convissuto finora, ma adesso, ecco, andremo ad abitare insieme. Lo abbiamo capito dopo questo lockdown: non possiamo stare separati». Anche senza arrivare a mosse così risolute, tanti hanno aspettato il primo treno per rivedere fidanzati e fidanzate. Tanti ragazzi. «Ero tornato a Milano all'inizio di marzo, è da quel momento che aspetto - racconta Ichim Facchetti, 22 anni, pallavolista in serie B, un po' di corsa all'arrivo, valigia tra le mani - ora mi scusi, c'è Giorgia che mi aspetta». C'è anche chi non si ferma a Roma e prosegue più giù, verso Napoli. Come una ragazza sui vent'anni. Perché è in viaggio? Un sorriso: «Non vedo la mia famiglia da marzo, ma vuole sapere la verità? La cosa che mi manca di più è il mare».
Lorenzo De Cicco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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