IL PUNTO
VENEZIA Tutti a chiedersi: quanto durerà questa seconda ondata di contagi? Nessuno possiede la sfera di cristallo, ma la Regione dispone di un modello matematico, da cui ieri è trapelata una data che indica un primo orizzonte temporale: «Se i dati attuali rimangono costanti, il picco si potrà raggiungere per fine novembre», ha detto Luca Zaia, spiegando che nel giro di un mese il Veneto potrebbe passare dall'attuale fase azzurra all'allerta gialla, cioè quella in cui i pazienti ricoverati in Terapia intensiva superano quota 150 e dunque scatta la riapertura dei dieci Covid Hospital. Ma siccome l'epidemia va osservata giorno per giorno, «perché quello che vale oggi potrebbe saltare domani», occorre attendere ancora, anche per conoscere i contenuti dell'ordinanza che non sarà firmata prima di lunedì, «per non andare a collidere con il provvedimento che il Governo potrebbe emanare nelle prossime ore», ha sottolineato il presidente, certo però di un elemento: «Nessuna chiusura dei confini con le altre regioni».
IL RECORD
È stata un'altra giornata di record a Nordest. Non bastassero i 1.437 nuovi casi in Veneto, ci si sono pure messe altre 340 infezioni in Friuli Venezia Giulia, una cifra che non era stata raggiunta neanche nel momento più buio a cavallo fra inverno e primavera. Ma da allora le dinamiche sono cambiate, come ha ripetuto ancora una volta lo stesso Zaia, ricordando che fra il 13 e il 29 marzo i malati intubati erano passati da 108 a 360, più che triplicandosi in un paio di settimane. «Invece adesso la curva di crescita delle Terapie intensive è decisamente più piatta, va su pian piano», ha osservato alludendo ai 70 pazienti rilevati al mattino, poi scesi a 68 nel pomeriggio. Ma altri 621 malati sono ricoverati negli altri reparti, «un numero che equivale a due medi ospedali di provincia, per cui non abbassiamo la guardia», ha ribadito Zaia.
LE RESTRIZIONI
Le prossime restrizioni dovrebbero essere annunciate dopodomani. «La mia ordinanza è pronta ha assicurato il presidente ma non la presento perché sembra che il Governo nel fine settimane presenterà le sue misure e voglio evitare di alimentare confusione e ansia». Di sicuro, però, gli spostamenti da e per il resto d'Italia non verranno preclusi. «Il virus non conosce confini ha chiosato il presidente per questo al momento non ho intenzione di chiuderli. Ho anzi contestato la decisione della Svizzera, mentre il Governo non ha battuto ciglio. Così come è triste che la Germania ci abbia messi in quarantena. Il problema è che non esiste un coordinamento sanitario in questa Europa e così si riparte con la babele sanitaria dei mesi scorsi». A proposito di collaborazione fra le istituzioni, mentre il gruppo regionale dem ha chiesto di attivare «una unità di crisi con il coinvolgimento dei sindaci», il ministro pentastellato Federico D'Incà ha dichiarato che «c'è un fortissimo coordinamento tra Governo e Regioni». Il leghista ha auspicato di vederne prova nello sblocco dell'app di biosorveglianza Zero Covid Veneto, attualmente fermata dal Garante della privacy: «Robe da uffici ammuffiti. Sarebbe assurdo che dovessimo fare una legge regionale, ho chiesto al ministro Roberto Speranza di inserire un codicillo nel decreto».
I TEST E LE SCUOLE
Intanto la Protezione civile nazionale ha anticipato l'invio in Veneto di una ventina di squadre sanitarie dell'Esercito, che andranno a supportare le attività di diagnosi nei drive-in. Ma la Regione conta di potenziare ulteriormente il servizio coinvolgendo i medici di famiglia nell'effettuazione dei tamponi rapidi: «Lo fanno già gratuitamente 650 su 3.150, che ringrazio. Rivolgo un appello anche agli altri, darebbero un grande aiuto alla comunità». A proposito di test, nel giro di una settimana sono salite da 388 a 697 le situazioni scolastiche con almeno un caso di infezione. Su 707.814 ragazzi, i positivi sono 835 (0,12%) e quelli in quarantena 6.551 (0,93%). Su 95.786 docenti e operatori, i contagiati sono 167 (0,17%) e quelli in isolamento 1.292 (1,35%). La didattica a distanza per le classi intermedie delle superiori potrebbe entrare nell'ordinanza («Dico di no agli orari sfalsati, complicherebbero la vita a studenti e famiglie», ha annotato Zaia). In arrivo anche regole omogenee per le visite ai degenti in ospedale, visto che attualmente l'Ulss 8 Berica le ha bloccate, mentre l'Azienda ospedaliera di Padova ammette un familiare per reparto. «A marzo e aprile avevamo chiuso tutto, ma ora non siamo in quella fase», ha osservato l'assessore Manuela Lanzarin.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA VENEZIA Tutti a chiedersi: quanto durerà questa seconda ondata di contagi? Nessuno possiede la sfera di cristallo, ma la Regione dispone di un modello matematico, da cui ieri è trapelata una data che indica un primo orizzonte temporale: «Se i dati attuali rimangono costanti, il picco si potrà raggiungere per fine novembre», ha detto Luca Zaia, spiegando che nel giro di un mese il Veneto potrebbe passare dall'attuale fase azzurra all'allerta gialla, cioè quella in cui i pazienti ricoverati in Terapia intensiva superano quota 150 e dunque scatta la riapertura dei dieci Covid Hospital. Ma siccome l'epidemia va osservata giorno per giorno, «perché quello che vale oggi potrebbe saltare domani», occorre attendere ancora, anche per conoscere i contenuti dell'ordinanza che non sarà firmata prima di lunedì, «per non andare a collidere con il provvedimento che il Governo potrebbe emanare nelle prossime ore», ha sottolineato il presidente, certo però di un elemento: «Nessuna chiusura dei confini con le altre regioni».
IL RECORD
È stata un'altra giornata di record a Nordest. Non bastassero i 1.437 nuovi casi in Veneto, ci si sono pure messe altre 340 infezioni in Friuli Venezia Giulia, una cifra che non era stata raggiunta neanche nel momento più buio a cavallo fra inverno e primavera. Ma da allora le dinamiche sono cambiate, come ha ripetuto ancora una volta lo stesso Zaia, ricordando che fra il 13 e il 29 marzo i malati intubati erano passati da 108 a 360, più che triplicandosi in un paio di settimane. «Invece adesso la curva di crescita delle Terapie intensive è decisamente più piatta, va su pian piano», ha osservato alludendo ai 70 pazienti rilevati al mattino, poi scesi a 68 nel pomeriggio. Ma altri 621 malati sono ricoverati negli altri reparti, «un numero che equivale a due medi ospedali di provincia, per cui non abbassiamo la guardia», ha ribadito Zaia.
LE RESTRIZIONI
Le prossime restrizioni dovrebbero essere annunciate dopodomani. «La mia ordinanza è pronta ha assicurato il presidente ma non la presento perché sembra che il Governo nel fine settimane presenterà le sue misure e voglio evitare di alimentare confusione e ansia». Di sicuro, però, gli spostamenti da e per il resto d'Italia non verranno preclusi. «Il virus non conosce confini ha chiosato il presidente per questo al momento non ho intenzione di chiuderli. Ho anzi contestato la decisione della Svizzera, mentre il Governo non ha battuto ciglio. Così come è triste che la Germania ci abbia messi in quarantena. Il problema è che non esiste un coordinamento sanitario in questa Europa e così si riparte con la babele sanitaria dei mesi scorsi». A proposito di collaborazione fra le istituzioni, mentre il gruppo regionale dem ha chiesto di attivare «una unità di crisi con il coinvolgimento dei sindaci», il ministro pentastellato Federico D'Incà ha dichiarato che «c'è un fortissimo coordinamento tra Governo e Regioni». Il leghista ha auspicato di vederne prova nello sblocco dell'app di biosorveglianza Zero Covid Veneto, attualmente fermata dal Garante della privacy: «Robe da uffici ammuffiti. Sarebbe assurdo che dovessimo fare una legge regionale, ho chiesto al ministro Roberto Speranza di inserire un codicillo nel decreto».
I TEST E LE SCUOLE
Intanto la Protezione civile nazionale ha anticipato l'invio in Veneto di una ventina di squadre sanitarie dell'Esercito, che andranno a supportare le attività di diagnosi nei drive-in. Ma la Regione conta di potenziare ulteriormente il servizio coinvolgendo i medici di famiglia nell'effettuazione dei tamponi rapidi: «Lo fanno già gratuitamente 650 su 3.150, che ringrazio. Rivolgo un appello anche agli altri, darebbero un grande aiuto alla comunità». A proposito di test, nel giro di una settimana sono salite da 388 a 697 le situazioni scolastiche con almeno un caso di infezione. Su 707.814 ragazzi, i positivi sono 835 (0,12%) e quelli in quarantena 6.551 (0,93%). Su 95.786 docenti e operatori, i contagiati sono 167 (0,17%) e quelli in isolamento 1.292 (1,35%). La didattica a distanza per le classi intermedie delle superiori potrebbe entrare nell'ordinanza («Dico di no agli orari sfalsati, complicherebbero la vita a studenti e famiglie», ha annotato Zaia). In arrivo anche regole omogenee per le visite ai degenti in ospedale, visto che attualmente l'Ulss 8 Berica le ha bloccate, mentre l'Azienda ospedaliera di Padova ammette un familiare per reparto. «A marzo e aprile avevamo chiuso tutto, ma ora non siamo in quella fase», ha osservato l'assessore Manuela Lanzarin.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA