IL PROGETTO
ROMA La domanda, auspicabilmente, non è più quando, ma

Mercoledì 23 Giugno 2021
IL PROGETTO
ROMA La domanda, auspicabilmente, non è più quando, ma in quanti torneremo allo stadio? Prudenza, d'accordo. Ma la parziale riapertura dell'Olimpico per le tre gare degli azzurri all'Europeo, un privilegio di cui hanno goduto complessivamente meno di cinquantamila persone, pone urgentemente una questione che, invece, sta a cuore a milioni di italiani. Dunque, come ci regoleremo per la prossima stagione calcistica? Il tempo stringe, tra due mesi la Serie A scatta - prima giornata il 22 agosto - e a questo punto dell'estate in era pre-Covid le società avevano già svelato prezzi e modalità di vendita degli abbonamenti. Una voce che il virus ha cancellato dalle abitudini dei tifosi e dai bilanci dei club. Ma fino a quando?
QUALE PERCENTUALE?
Non è affatto scontato che la parziale riapertura degli stadi al pubblico coincida con il ripristino degli amati abbonamenti, anzi. Il tema è controverso. Innanzitutto, bisogna mettersi d'accordo sulla percentuale di apertura. Ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha svelato la quota allo studio del governo. «Ne abbiamo parlato questa mattina (ieri, ndr) con il ministro Speranza e per la prossima stagione vi posso dare la notizia che partirà dal 22 agosto con il 25% di pubblico in presenza». Una quota accettabile, anche perché soltanto di partenza, almeno questo fa intendere Costa: «Ci sarà una graduale progressione per arrivare nelle settimane successive ad un incremento percentuale». Covid permettendo, ovviamente. Ma - sempre con la prudenza che si richiede in questa fase della pandemia - la Figc sta ultimando un dossier che a luglio, archiviato l'Europeo, consegnerà al ministro della Salute Speranza, in cui si ipotizza una percentuale di riempimento degli stadi fin dalla prima giornata non inferiore al 50%. Gravina proverà a spingere sull'acceleratore, forte del successo organizzativo delle tre gare azzurre: ingressi ordinati, distanze mantenute, contagi tenuti sotto controllo grazie all'obbligo di esibire uno dei requisiti richiesti dal green pass: vaccino, tampone o anticorpi. A queste condizioni, e con l'auspicio che la campagna di vaccinazione ci risparmi un'ondata autunnale, perché non spingersi un po' più in là rispetto al 25% di pubblico già sperimentato all'Europeo? Gravina ci crede, e in questo senso aveva avuto già abboccamenti con il governo, ieri infatti è rimasto perplesso quando ha letto le dichiarazioni di Costa.
MANI LEGATE
Comunque, una decisione definitiva non verrà presa a breve. Ed è questo che tiene le società con le mani legate. Le campagne abbonamenti sono ancora ferme al palo. E il rischio è che non si sposteranno da lì nemmeno quando avremo una percentuale. Abbiamo sondato Roma e Lazio, ma vale per tutte: i club stanno ragionando solo sulla vendita dei biglietti, magari studiando prelazioni e prezzi scontati per i vecchi abbonati, quelli che nella stagione 2019-20 hanno dovuto ingoiare l'improvvisa chiusura degli stadi. Il Covid è ancora una minaccia e nessuno vuole correre il rischio di riempire quel 25% di stadio con gli abbonamenti, per poi dover fare marcia indietro. E' una strategia comprensibile, che può rivelarsi perfino vantaggiosa per le casse delle società, ma il rischio è che alla fine i tifosi paghino il prezzo più alto. Come al solito.
Alessandro Catapano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci