IL PROCESSO
VENEZIA Ora è tutto nero su bianco. Gli ultimi cinque imputati

Martedì 3 Luglio 2018
IL PROCESSO VENEZIA Ora è tutto nero su bianco. Gli ultimi cinque imputati
IL PROCESSO
VENEZIA Ora è tutto nero su bianco. Gli ultimi cinque imputati dello scandalo Mose sono pronti a patteggiare. E tutti al di sotto dei due anni, quindi con la sospensione condizionale della pena. Due anni a testa, in particolare, sono le richieste di patteggiamento avanzate oltre che da Piergiorgio Baita anche da Claudia Minutillo, l'ex presidente della Mantovani costruzioni e dell'ex segretaria di Giancarlo Galan che con la loro collaborazione con la Procura hanno contribuito a scoperchiare il sistema del malaffare, ottenendo lo stralcio delle loro posizioni dal dibattimento principale conclusosi, in Tribunale, lo scorso settembre.
Questo nuovo procedimento è davanti al giudice per l'udienza preliminare, Gilberto Stigliano Messuti. E le istanze di patteggiamento sono state depositate la settimana scorsa, ultima data utile in vista dell'udienza del prossimo 18 settembre.
GLI IMPUTATI
Gli avvocati di Baita e Minutillo, Alessandro Rampinelli e Carlo Augenti, hanno raggiunto un accordo con il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e con il pm Stefano Buccini per un'applicazione pena di 2 anni che terrà conto anche dei precedenti patteggiamenti già definiti nel 2013 per false fatture milionarie (un anno e 10 mesi di reclusione per l'ex presidente di Mantovani; un anno e 4 mesi per l'ex amministratrice di Adria infrastrutture). Analogo il patteggiamento proposto per l'ex direttore amministrativo della Mantovani, il padovano Nicolò Buson (avvocato Fulvia Fois): un anno e 2 mesi nel 2013, che ora sarebbe arrotondato a un anno e 8 mesi.
Stessa pena da patteggiare, un anno e 8 mesi, anche per l'ex componente del direttivo del Consorzio Venezia Nuova, per conto del Coveco, il trevigiano Pio Savioli (avvocato Massimo Benozzati) e per l'intermediario padovano Mirco Voltazza (avvocato Giorgio Pietramala). Nel caso di Voltazza c'è il nodo della mancata estinzione del debito tributario, che precluderebbe la strada del patteggiamento nel caso di reati fiscali. La difesa, però, sostiene che le false fatturazione contestate a Voltazza - insieme alla corruzione, al millantato credito e alla rivelazione di segreti d'ufficio - non erano finalizzate all'evasione fiscale e quindi questa preclusione non sussisterebbe.
LE ACCUSE
Le imputazioni contestate dalla Procura sono complessivamente una trentina e spaziano, a vario titolo, dalla corruzione per i fondi neri del Consorzio Venezia Nuova utilizzati per pagare le tangenti ai politici, al finanziamento illecito ai partiti, ai reati fiscali commessi per realizzare le provviste in nero.
Non facile il compito del giudice Stigliano Messuti, che dovrà valutare se per reati tanto gravi dei patteggiamenti al di sotto dei due anni possono essere ritenuti congrui. Ovviamente dovrà tener conto anche delle precedenti sentenze. Inutile ricordare che il patteggiamento più pesante è stato quello applicato all'ex presidente della Regione Galan: 2 anni e 10 mesi di reclusione e la confisca della sua villa a Cinto Euganeo, per un controvalore di 2.6 milioni di euro.
LA PRESCRIZIONE
Il giudice per l'udienza preliminare poi dovrà vedersela anche con il calcolo della prescrizione. E proprio il tema della prescrizione incombente è alla base della scelta della Procura che teme i tempi lunghi e il dispendio di forze che inevitabilmente comportano un processo.
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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