Il pm: assolveteli. Per i giudici è ergastolo

Giovedì 21 Giugno 2018
LA SENTENZA
ROVIGO Dopo il colpo di scena della richiesta di assoluzione da parte dell'accusa, formulata nell'udienza del 22 maggio scorso da parte del Procuratore generale vicario Giancarlo Buonocore, un ulteriore colpo di scena, che si inserisce però nel solco di quanto già era avvenuto con le ben tre sentenze precedenti: ergastolo confermato per Sergio Benazzo, idraulico di Villadose, 42 anni, e Gianina Pistroescu, sua ex compagna romena, 43 anni, ritenuti colpevoli dalla Corte d'Assise di Appello di Venezia dell'omicidio della 19enne Paula Burci, la prostituta bambina.
LA VICENDA
Sia il fatto al centro del processo che il processo stesso sono due storie tortuose. Oggi Paula avrebbe 28 anni. Allora ne aveva 19, ma sembrava una bambina. E fu trucidata in modo barbaro: calci, pugni, martellate, colpi sulla testa e sul viso che le fecero cadere tre denti, poi anche tre fendenti con un'arma da taglio al petto, forse un forcone. Il suo corpo fu poi dato alle fiamme, ma l'autopsia non è stata in grado di appurare se in quel momento fosse o no ancora in vita. Infine, fu nascosto lungo il Po, in una golena a Zocca di Ro, sulla sponda ferrarese. Il macabro rinvenimento dei resti della ragazza risale al giorno di Pasquetta del 2008.
Le indagini della Procura estense hanno portato fino a Gianina Pistroescu e Sergio Benazzo, che accompagnavano Paula a prostituirsi in zona Fiera a Ferrara. Secondo la ricostruzione dell'accusa, Paula sarebbe stata poi affidata ad altri e sarebbe stata vista prostituirsi nella locanda Valmolin, a Crespino, poco distante da Villadose. Ed è nuovamente a Villadose che la ragazza si sarebbe rifugiata, scappando ai suoi nuovi aguzzini. Ma sarebbe stata poi massacrata per il suo gesto di ribellione. I due imputati, come è sempre stato riportato nei capi d'imputazione, avrebbero agito in concorso con altre persone che non sono mai state identificate.
Benazzo e Pistroescu erano già stati condannati all'ergastolo dalla Corte di Assise di Ferrara il 17 luglio 2012 ed il l7 giugno 2013 era arrivata la conferma della Corte d'Assise di Appello di Bologna. Dalla Cassazione, però, il 16 luglio 2014, tutto è stato annullato per incompetenza territoriale, visto che il fatto più grave, il pestaggio di Paula, secondo le ricostruzioni sarebbe avvenuto a Villadose, in terra polesana. Il fascicolo, quindi, è stato spedito alla Procura di Rovigo ed affidato all'allora sostituto procuratore Davide Nalin, con il nuovo processo di primo grado, questa volta davanti alla Corte d'Assise di Rovigo, che l'8 febbraio 2017 si è concluso con una nuova condanna all'ergastolo. La terza.
LA SVOLTA
Per questo, quando il procuratore generale Buonocore ha chiesto l'assoluzione è stato un passaggio di non poco conto. Fra l'altro, per la Pistroescu perché sarebbe insufficiente la prova che abbia commesso il fatto, per Benazzo perché non lo avrebbe commesso. Ieri, però, dopo due ore e mezza di camera di consiglio, nell'aula bunker di Mestre è arrivata la sentenza, che si è allineata a quelle precedenti, confermando il verdetto emesso dal Tribunale di Rovigo e superando i dubbi avanzati dalla stessa accusa. In prescrizione però, nel frattempo, è finito il reato di occultamento di cadavere, che era costato loro la pena aggiuntiva dell'isolamento diurno. Presente all'udienza di ieri era presente anche Aurelian Burci, il fratello più piccolo di Paula, costituitosi parte civile insieme ai genitori ed agli altri due fratelli con l'avvocato Chiara Lazzari di Perugia.
Ma secondo l'avvocato romano Rocco Marsiglia, difensore della Pistroescu, la lunga vicenda giudiziaria potrebbe non essere finita qui: «Attenderemo di leggere le motivazioni, ma dopo che il procuratore generale ha finalmente detto quello che noi sosteniamo da anni, ovvero che il materiale probatorio è evanescente e che non ci sono certezze, tutto può ancora succedere».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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