IL PATRIARCA
MARGHERA «Ripensare la città». Il patriarca di Venezia,

Giovedì 14 Novembre 2019
IL PATRIARCA
MARGHERA «Ripensare la città». Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, lo dice in conferenza stampa, di fronte a decine di telecamere. E si scusa se rischia di passare per antipatico quando parla delle difficoltà con cui i veneziani si scontrano da anni: «C'è un sistema di difesa che non entra mai in atto, c'è il passaggio delle grandi navi e altro. Forse si toccano tanti interessi e forse questo può dispiacere a qualcuno, e mi spiace di non essere simpatico nel dirlo, ma lo dico da veneziano e persona che ama questa città».
Cosa vuol dire ripensare la città? «Venezia - risponde Moraglia - non può vivere di aria, ma non può neanche esasperare la questione economica. Dobbiamo cercare di pensare al futuro di Venezia orientando la città verso qualcosa di sostenibile. Serve una politica della casa che consenta a famiglie giovani di poter vivere in questa città, anche perché è desolante vedere intere zone, a poche centinaia di metri dai flussi turistici, completamente disabitate». «Se Venezia non si divide su falsi problemi e trova alcune linee fondamentali sulle questioni non risolte da decenni ed essenziali per la vita della città - aggiunge Moraglia - ecco, quando c'è un consenso della società poi si può anche parlare alla politica. Ma la politica non deve ridurre Venezia a quello che ha fatto in altre zone del paese. Penso a Taranto, dove c'è la lotta tra l'occupazione e la salute. Mettere una comunità di fronte a questa alternativa è il fallimento della politica».
IL TIMORE
Ma c'è il rischio che a Venezia si possa ripresentare la stessa situazione di Taranto? «Venezia non è Taranto - risponde il patriarca - ma deve fare delle scelte, tornare a essere una città. Una volta ho detto che rischiava di diventare Disneyland o una Pompei. È questa la direzione verso cui stiamo andando: non si sentono più le voci dei bambini, gli anziani sono pochi e confinati in appartamenti con scale difficilmente percorribili. Venezia va ripensata senza tagliare fuori nessuno, ma pensando che il bene comune richiede anche che certi guadagni molto accentuati da parte di alcuni interessi debbano essere limitati».
Quando sta per andarsene, gli viene ricordato che di lì a poche ore la Basilica tornerà di nuovo sott'acqua: «Alcune decine di centimetri fanno parte della storia di Venezia. Ma lo scenario di un anno fa e quello di stanotte fanno pensare che Venezia sia nelle mani del caso. Sono fenomeni che si stanno verificando abbastanza frequentemente. E se ogni anno succedono queste cose, non si può dire che siano fatti imprevedibili. Vanno gestiti in modo serio e con scelte precise».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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