IL NODO
VENEZIA Non solo le seconde case: in fascia arancione, dove attualmente

Martedì 19 Gennaio 2021
IL NODO VENEZIA Non solo le seconde case: in fascia arancione, dove attualmente
IL NODO
VENEZIA Non solo le seconde case: in fascia arancione, dove attualmente si trovano Veneto e Friuli Venezia Giulia, anche la pratica sportiva giace nel limbo dell'incertezza interpretativa. A leggere l'ultimo dpcm, e i chiarimenti ministeriali che lo richiamano, si deduce che con l'autocertificazione sia possibile raggiungere un altro Comune per svolgere gli allenamenti disciplinati dai protocolli e senza l'utilizzo degli spogliatoi, se l'impianto non è disponibile nel proprio paese o se si è tesserati di una società situata altrove, come oltretutto già affermato a Venezia dall'Avvocatura regionale. Ma in questi giorni diverse squadre, soprattutto del calcio giovanile, stanno comunicando lo stop delle attività ai loro atleti che arrivano da fuori.
LE PAROLE
Ieri il dipartimento per lo Sport, incardinato nella Presidenza del Consiglio dei ministri, ha specificato che «l'attività sportiva non si potrà svolgere al di fuori del proprio Comune di residenza, salvo quanto specificato all'art. 2, comma 4, lettera b) del Dpcm del 14 gennaio 2021». In quel passaggio del decreto sono menzionate le deroghe al divieto, «per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune». Ecco, cruciali sono le ultime quindici parole, espressamente richiamate dalla stessa istituzione per replicare a questa domanda: «In zona arancione un atleta tesserato per una società sportiva, che svolge la propria attività di allenamento in un comune differente da quello in cui risiede, ha la possibilità di spostarsi per raggiungere il comune in cui vengono svolti gli allenamenti, se non rientra tra coloro che si allenano per competizioni di interesse nazionale?». Risposta: sì, naturalmente portando con sé il modulo di autodichiarazione. Ma a quanto pare ciò non basta a chiarire i dubbi dei piccoli club.
Diversa è invece la situazione degli sportivi che non hanno necessità di un impianto, come ad esempio i ciclisti. Durante il periodo natalizio, il Governo con una faq (cioè una risposta a un quesito frequente) aveva ammesso la possibilità di uscire con la bici, sconfinare e rientrare a domicilio. Dopo l'ultimo decreto, invece, quella facoltà non è più citata. Il principio evidenziato dai giuristi è che, se non si ha bisogno di un velodromo, per pedalare è sufficiente una strada vicino a casa.
LA FIDUCIA
Ma il dibattito resta aperto, peraltro non solo fra gli sportivi. «Parrucchieri e estetiste: assurdo lo stop ai clienti fuori Comune», tuona Confartigianato Veneto con il presidente Roberto Boschetto. Aggiunge Tiziana Chiorboli, numero uno regionale e nazionale di Confartigianato Benessere: «Tale provvedimento va ad incidere sul rapporto di fiducia che si è instaurato e consolidato negli anni tra professionisti e clienti che risiedono in altri Comuni». In un suo chiarimento, però, l'Avvocatura regionale afferma che «la fiduciarietà del rapporto tra cliente ed esercente non costituisce elemento che la normativa considera tale da giustificare l'uscita dal comune». Di nuovo Confartigianato, con le referenti beriche Renata Scanagatta e Valeria Ferron, rilancia tuttavia la «ragionevole contiguità territoriale» citata dalla Prefettura di Vicenza per consentire gli sconfinamenti necessari a raggiungere parrucchieri, estetiste e tatuatori.
Insomma, la confusione è massima, anche se c'è chi la fa facile, come il colosso svedese dell'arredamento: «Puoi venirci a trovare anche se il tuo negozio Ikea preferito è fuori dal tuo comune portando con te l'autocertificazione e indicando voglio usufruire di un servizio non presente nel mio comune».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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