Il nodo sbarchi

Giovedì 24 Gennaio 2019
LE POLEMICHE
ROMA La Ue tenta di mettere l'Italia all'angolo sull'operazione Sophia e lancia i suoi ultimatum in vista della riunione dei ministri della Difesa europei che si terrà a Bucarest il 31 gennaio. E in questo scambio dai toni molto ruvidi si inserisce netta la posizione di Matteo Salvini, che ribadisce: «O cambiano le regole o Sophia finisce».
Tensione ai massimi livelli, dunque, con il responsabile della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, e il comandante della missione, l'ammiraglio Enrico Credendino, che cercano di gettare acqua sul fuoco della polemica.
LA RIPARTIZIONE
Nell'appuntamento della prossima settimana in Romania verrà riaperta la discussione sul dossier Eunavfor Med che già nei mesi scorsi aveva visto toni incendiari e fumate nere sul nodo della ripartizione dei migranti. Nel frattempo, la Germania è entrata a gamba tesa nella vicenda e ha deciso che, pur mantenendo il suo personale e la sua partecipazione alla missione, non invierà più alcuna nave fino al chiarimento del mandato, ufficialmente infastidita dal fatto che il comando italiano abbia spostato la zona operativa in aree dove non si incrociano trafficanti (e di conseguenza non ci sono migranti da soccorrere, bypassando così il problema dei porti italiani chiusi), svuotando di senso l'operazione.
Anche dagli ambienti dell'Alto rappresentante dell'Unione europea Federica Mogherini la risposta a Salvini non si fa attendere: «Se oggi l'Italia, che ospita comando e quartier generale dell'operazione, non vuole più Sophia, siamo pronti a chiuderla». Una sorta di richiamo ad abbassare i toni in vista del dibattito, ripetuto qualche ora più tardi anche dal responsabile alla Migrazione della Commissione europea Dimitris Avramopoulos: «Se l'Italia vuole interrompere Sophia, che fino a ora è stato un successo, può prendere questa decisione». Una dichiarzione che, però, non sembra aver fatto breccia nella posizione del ministro degli Interni italiano, il quale si è infilato in pieno nella polemica contestando anche il ruolo e l'efficienza della Mogherini.
Chi, però, a pieno titolo ha voluto chiarire quanto importante sia la missione per il nostro paese è stato l'ammiraglio Enrico Credendino, che è tornato a certificare «l'interesse strategico soprattutto per l'Italia», in particolare come barriera protettiva contro i terroristi. Seguito dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta che ha evidenziato: «Vogliamo che resti operativa, a patto che cambino le regole». Alla missione resta ossigeno ancora per poco più di due mesi, dato che a fine marzo scadrà l'escamotage trovato dalle 28 cancellerie a dicembre per evitarne la chiusura dopo il fallimento dei negoziati.
I DATI
Nel frattempo, Salvini continua a fare fuoco e fiamme e, contestato per le modalità dello sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto, snocciola i dati con i risultati ottenuti: crollate al 2% le domande di protezione umanitaria, 50mila migranti in meno nei Centri «a spese degli italiani», espulsioni che «per la prima volta» superano gli sbarchi. Il ministro riserva anche nuove pesanti accuse all'attività delle Ong. «Ci sono evidenze di contatti telefonici tra alcune persone a bordo delle navi e trafficanti a terra». Non aggiunge niente di più, ma si intuisce che sta parlando di informazioni nuove provenienti dagli 007 o dalle forze di polizia. «Le segnaleremo a qualche procura - sottolinea - sono cose che riguardano l'autorità giudiziaria e non il ministro».
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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