Il mercato del credito

Mercoledì 19 Febbraio 2020
L'OPERAZIONE
ROMA Ci ha messo nemmeno un minuto il titolo Ubi Banca ieri mattina ad adeguarsi al prezzo dell'Ops con un balzo del 23,5%. Un balzo accompagnato da scambi intenssissimi, che hanno galvanizzato l'intera giornata di Borsa portando l'indice generale a chiudere in positivo mentre l'intera Europa chiudeva in perdita. Anche Intesa Sanpaolo ha beneficiato del blitz, chiudendo con un progresso del 2,36%. Una performance della quale Carlo Messina era visibilmente soddisfatto quando ha aperto la conference call esaltando i punti di forza dell'operazione che fa di Intesa la quarta banca europea per capitalizzazione (che diventa terza se si esclude l'inglese Hsbc) grazie a un'operazione orchestrata da Mediobanca con cui i rapporti si sono consolidati dopo la piattaforma Intrum sugli Npl. In casa Ubi, invece, si è subito cominciato a fare i conti sulla proposta, visto che i grandi azionisti esprimono perplessità mentre stamane a Milano si riunisce il cda per un primo esame. «La banca che nascerà dall'integrazione sarà tra i leader in Europa - ha detto il ceo di Intesa agli analisti e nel successivo incontro con la stampa - il prezzo è equo e comunque non abbiamo alcuna intenzione di aumentare». L'offerta di 1,7 azioni Intesa per ogni azione Ubi valorizza Ubi 4,2 euro ad azione compreso il dividendo per un controvalore di 4,8 miliardi. Una proposta che, si augura il capo-azienda di Intesa, «il cda e il management di Ubi possa considerare positivamente». Il banchiere ha fornito un inquadramento strategico della mossa. «Il nostro settore, a livello europeo, è entrato in una fase che richiede maggiori dimensioni, una più ampia capacità di investire e l'adozione di un nuovo modello di finanza sostenibile». Non è un caso che Intesa abbia puntato su Ubi. Alle motivazioni fornite da Messina («Tra le banche di medie dimensioni, è certamente quella meglio amministrata in termini di qualità del bilancio e nei confronti dell'economia reale»), secondo i banchieri d'affari coinvolti al lancio dell'Ops si sarebbe arrivati al termine di una lunga riflessione. Tra le opzioni sul tavolo, durante le festività natalizie in gran segreto si sarebbe studiato anche il dossier Cattolica, forse per rilanciare il progetto di bancassurance coltivato da lunga data: ipotesi però caduta per le complicazioni insorte sul fronte della governance.
SUMMIT DEL PATTO
Su Ubi, Intesa ha evidentemente ritenuto di accelerare perché circolavano rumor di una possibile iniziativa di Bnp Paribas che, tramite una banca d'affari Usa, avrebbe mandato in avanscoperta alcuni fondi internazionali a fare incetta di titoli: negli ultimi sei mesi il titolo è cresciuto del 90,3% a fronte di un 37% guadagnato dal Ftse Italia Bank. D'altro canto, non va dimenticato che un progenitore di Ubi, la Banca Lombarda, dovette accelerare le nozze con Bpu nel 2007 perché sotto attacco del Banco Santander. «La nostra banca si è sempre distinta per lungimiranza - ha sottolineato Messina - lo abbiamo dimostrato nel 2011 quando abbiamo lanciato un'operazione di rafforzamento patrimoniale (5 miliardi, ndr), una mossa vincente».
Intesa ha presentato l'Ops come «non concordata, ma dall'altra parte della barricata spunta la parola ostile. «Valuteremo con particolare attenzione le implicazioni dell'offerta e i possibili scenari, alla luce della centralità di Ubi per l'Italia e il suo sistema bancario e finanziario» ha commentato Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC (5,9%) e perno del Car, il patto che riunisce il 17,8% assieme a Fondazione Monte di Lombardia e soci privati bergamaschi. Ma dietro la posizione apparentemente di attesa, cresce un orientamento negativo da parte della maggioranza dei soci stabili. Per domani a Bergamo è fissata una riunione del vertice del patto per fare il punto ed eventualmente nominare un advisor. «Al momento siamo contrari alla proposta - riferisce una fonte autorevole del Car - per metodo e contenuto. Noi valiamo sicuramente di più di quanto messo sul piatto da Intesa e non abbiamo apprezzato l'approccio perché averci messo di fronte al fatto compiuto è dimostrazione di ostilità. E da questo partiremo per valutare l'ops». Stamane il cda di Ubi esaminerà la situazione. Sarà dato mandato a Massiah di nominare i consulenti: Credit Suisse sul piano finanziario, probabilmente BonelliErede su quello legale.
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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