IL GIORNO DOPO
CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) Dicono che quando hanno deciso la

Venerdì 24 Novembre 2017
IL GIORNO DOPO
CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) Dicono che quando hanno deciso la data del convegno, a tutto pensavano, tranne che ad una coincidenza con il definitivo via libera al distacco di Sappada («Ormai credevamo che si fosse arenata anche la loro procedura»). Invece è caduta proprio oggi la conferenza promossa dall'Union de i Ladis de Anpezo e dagli Amisc dla Ladinia Unida, motori del gruppo di lavoro per il referendum celebrato nel 2007 a Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia. Un appuntamento che, ora che la palla di neve sappadina rischia di diventare una valanga per altri 32 Comuni veneti, non potrebbe avere un titolo più attuale: La separazione mai accettata, dieci anni dopo la consultazione referendaria.
GLI ALTRI
È trascorso un decennio non solo dal voto dell'isola germanofona che chiedeva di tornare in Friuli (9 e 10 marzo), ma anche dalle consultazioni dei tre Comuni ladini che domandavano di riunirsi al Sudtirolo (28 e 29 ottobre). E pure dalle urne aperte sull'Altopiano di Asiago, che auspicava l'annessione al Trentino. E sono passati dodici anni dai pronunciamenti popolari di San Michele al Tagliamento e Lamon, undici da quelli di Cinto Caomaggiore, Gruaro, Pramaggiore, Teglio Veneto e Sovramonte. E poi nove da Pedemonte e Meduna di Livenza; quattro da Arsiè, Canale d'Agordo, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo, Rocca Pietore, Taibon Agordino e Pieve di Cadore; tre da Auronzo di Cadore, Comelico Superiore e Voltago Agordino. In una dozzina di occasioni non è stato raggiunto il quorum, ma in tutte le altre il responso è sempre stato lo stesso: sì.
I LADINI
Evidentemente ciascun caso fa storia a sé. Ma è innegabile che, fra tutte le sollecitazioni, quella ampezzana è la più altisonante. Cortina aveva fatto parte dell'Impero Austro-Ungarico per 400 anni, finché nel 1923 il fascismo divise la popolazione ladina: Fassa finì sotto Trento, Badia e Gardena sotto Bolzano, mentre Anpezo (Cortina), Fodom (Livinallongo) e Col (Colle Santa Lucia) in Veneto. «Venimmo messi di qua contro la nostra volontà sottolinea Elsa Zardini, presidente dell'Union tant'è vero che le nostre rivendicazioni sono identitarie e culturali. Ora che Sappada ha vinto la sua battaglia, si apre un nuovo fronte anche per noi, che abbiamo fermi ben quattro progetti di legge». La proposta di Gianclaudio Bressa (Pd), quella di Gianvittore Vaccari (Lega) e le due di Karl Zeller (Svp). «Sappiamo che la nostra situazione è complessa aggiunge Zardini perché ci sono trattati internazionali da rivedere e c'è da approvare una legge costituzionale. Ma siamo felici che l'ex governatore altoatesino Luis Durnwalder abbia accettato il nostro invito al dibattito. Luca Zaia non potrà essere presente, ma ci ha mandato una lettera bellissima, altro che i toni usati all'epoca da Giancarlo Galan».
LA POLITICA
Erano i tempi in cui l'allora Doge ringhiava: «Vedrete che dal Veneto non se ne andrà via nessuno». Ed invece Sappada è già partita, «ed il rischio che si possa innescare un processo a cascata è senz'altro reale», riflette Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. «In questi giorni i miei concittadini mi fermano per strada racconta Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina e mi dicono: Adesso è il nostro turno. A tutti rispondo che per noi la procedura è più complicata e che intanto dobbiamo pensare ai Mondiali di sci. Ma certamente non posso ignorare l'umore della mia comunità, né dimenticare il risultato di un referendum a cui anch'io avevo votato sì. Essendo un'amministrazione nuova, vogliamo approfondire il dossier». Un incontro è già fissato per la prossima settimana a Bolzano. «Vedrò il presidente Arno Kompatscher anticipa Ghedina per parlare intanto di sinergie fra i nostri territori. La sensibilità sui problemi delle aree montane è molto più accentuata in Alto Adige che a Venezia».
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 12:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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