Il giallo dei soldi russi

Mercoledì 17 Luglio 2019
Il giallo dei soldi russi
IL CASO
ROMA «Tre minuti posso parlare senza problemi. Di più, no perché non saprei che altro dire dopo aver detto che sono tutte assurdità e non ho mai preso un rublo e neppure una partita di vodka». Matteo Salvini, insomma, ad andare in aula per uno dei tanti question time a rispondere sul caso Russia non ha problemi. «Sono prontissimo». Ma tutto si risolverebbe in quasi niente, perché questo tipo di format prevede: un minuto a disposizione del parlamentare che formula la domanda, tre minuti di risposta del ministro e due minuti per la replica. 5 minuti in tutto, e nemici come prima. Ma questo al Pd non basta e Salvini di più non è disposto a concedere. Una vera e propria informativa, che è quella che chiedono i dem, sui presunti soldi Cremlino-Lega significherebbe per Salvini un fuoco di fila di domande, repliche, contro-repliche, attacchi e dibattito, bolgia e graticola. Come accade per i casi gravi della Repubblica e solo la scena di Matteo nell'emiciclo a difendersi dalle frecce che piovono da tutte le parti - e lui trafitto come San Sebastiano - sarebbe già un colpo di immagine e una via dolorosa a cui il capo lumbard non vuole sottoporsi affatto. «Questa cosa della Russia è un caso inesistente, se vogliono che ripeta questo in aula, eccomi qui, trovino il giorno giusto e via». Ma non intende alimentare il caso andando a riferire a lungo sui soldi, «non avendoli mai visti perché non ci sono».
Proprio questo atteggiamento minimizzante - «Una fuga di Matteo Coniglio», accusano da sinistra - sta facendo infuriare il Pd. Che al grido di «Parlamento umiliato», ha occupato l'aula della commissione a Montecitorio. «Per noi le attività vengono sospese e ora occupiamo la commissione dove si esamina il decreto legge sulla sicurezza bis», così ha annunciato il capogruppo dem Delrio. Mentre ai piani alti della Lega si fa notare: «La riprova che Matteo non c'entra niente sta nel fatto che il procuratore capo di Milano, Greco, non lo vuole sentire nell'ambito dell'inchiesta che è stata aperta». Ma nella bagarre della Camera, i deputati del Pd alzano cartelli con le foto di Salvini e Savoini appena arriva la notizia che il capo leghista non vuole riferire al Parlamento. Cartelli sventolati più ostruzionismo. Il segretario Zingaretti ha dato ordine di non dare tregua a Salvini sui fondi moscoviti e le sue truppe insistono in tutti i modi. «O viene a fare l'informativa e il dibattito sui finanziamenti e sulla «collocazione dell'Italia nello scacchiere internazionale» oppure non smetteremo di martellare: questo l'umore. Questa la «battaglia per la verità». E oggi il Russia-gate sbarcherà al Copasir durante l'audizione di Luciano Carta, direttore Aise.
MARTELLAMENTO
Ieri Zingaretti ha visto il presidente del Senato, Casellati, e oggi vedrà quello della Camera, Fico: per insistere anche con loro sulla parlamentarizzazione del caso. Il dem Andrea Romano, nella bagarre di ieri, è intervenuto in aula a Montecitorio, tra applausi e fischi, recitando il suo intervento in russo. E il capogruppo di Fratelli d'Italia, Lollobrigida, insorge parlando degli antichi rapporti finanziari tra il Cremlino e Botteghe Oscure e gridando ai dem: «Servi!». E il dem Fiano: «Salvini mente e scappa!».
Il problema a sinistra è che, per istituire la commissione d'inchiesta sui presunti fondi russi, ci vogliono - oltre che molti mesi - i voti per far passare la legge. E i voti il Pd non li ha né i 5 stelle glieli vogliono dare. La commissione d'inchiesta promossa da M5S è molto più vaga dell'altra: fare luce sui finanziamenti non solo alla lega ma a tutti i partiti. Salvini sa che questo è un solletico e niente di più ai suoi danni. E infatti il Carroccio dà spago ai grillini su questo, sapendo che chissà quando e se mai si farà la commissione sui soldi di tutti. «Siamo aperti alla proposta», è la linea salvinista. Ieri il capogruppo della lega, Molinari, ha visto il collega grillino D'Uva il quale gli ha dato il testo e la risposta è stata: «Bene, ma va migliorato». Un modo per prendere tempo. Per dare una soddisfazione agli alleati, tanto non costa niente.
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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