Il gelo di Ubi su Intesa: «Offerta non concordata valutiamo altre ipotesi»

Giovedì 20 Febbraio 2020
RIASSETTI
MILANO Risposta gelida di Ubi all'ops annunciata da Intesa Sanpaolo lunedì. Dietro una posizione ufficialmente attendista, trapela una forte determinazione a vendere cara la pelle o comunque a spostare il più in là possibile l'evento-fusione. Intanto Roberto Gualtieri benedice l'operazione: «E' un'importante operazione di rafforzamento».
Sarà però un advisor (Credit Suisse affiancato da BonelliErede) a individuare le modalità più adatte che, nella migliore delle ipotesi, si tradurrebbero nella richiesta di un prezzo più congruo rispetto all'offerta di 1,7 azioni Intesa per ciascuna Ubi. Per non dire dei meccanismi di governance. «L'operazione non era concordata né a conoscenza del nostro cda e del nostro management - ha scritto Victor Massiah in una lettera ai dipendenti, dopo aver ribadito di aver appreso la notizia nella tarda serata di lunedì dal comunicato stampa di Intesa nel giorno di presentazione del piano svolta molto apprezzato dal mercato - È molto presto per trarre considerazioni» .
Comunque l'obiettivo immediato dalla banca bergamasca è prendere tempo. «Per fornirvi una prima indicazione - si legge ancora nella missiva - ricordiamo che l'offerta sarà, secondo quanto dichiarato da Intesa Sanpaolo, depositata in Consob entro il 7 marzo. Prima dell'inizio del periodo di adesione, previsto entro fine giugno, il cda di Ubi dovrà esprimersi al riguardo, a valle di una adeguata istruttoria». C'è tempo quindi per organizzare le difese. Il banchiere sottolinea che Ubi è definita, da Intesa, «la migliore delle banche medie italiane: è qualcosa che il mercato ci ha sempre riconosciuto e di cui dovete essere orgogliosi». «Detto questo - conclude - qualunque sia lo scenario futuro che ci attende, il modo migliore per poterlo affrontare è continuare a lavorare con l'impegno di sempre, senza minimamente allentare l'attenzione e la focalizzazione sugli obiettivi». Ieri in borsa Intesa ha chiuso a 2,60 euro (+ 0,13%) e anche Ubi si è riallineata verso il prezzo di offerta, dopo la corsa del giorno prima: 4,32 euro (+ 0,23%).
«Siamo una banca ambiziosa», ha risposto Gian Maria Gros-Pietro, ieri prima dell'esecutivo Abi, «la nostra proposta è piaciuta al mercato». Il banchiere-economista ha precisato che «Il legame con il territorio rimane e verrà rafforzato, su questo voglio essere chiaro». Rispetto alla reazione del cda di Ubi, Gros-Pietro è diplomatico: «Siamo rispettosi delle decisioni che può prendere il cda» .
LE VARIANTI
Nella mattinata di ieri si è riunito il cda di Ubi per una prima valutazione dell'offerta. Con uno scarno comunicato l'istituto ha preso atto della proposta. «Il consiglio ha visionato l'offerta di Intesa Sp e ha conferito delega al consigliere delegato di nominare gli advisor finanziari e legali che assisteranno il gruppo nello svolgimento delle attività di valutazione del documento di offerta una volta disponibile, con le alternative possibili».
Credit Suisse che presto potrebbe essere affiancato da un secondo advisor, si sarebbe messo subito al lavoro con il team di Massiah. Ubi è sotto passivity rule e quindi non può assumere iniziative per alterare il perimetro. Può però respingere l'offerta ritenendola non congrua e presentare un piano alternativo. In teoria quella a portata di mano sarebbe una fusione con Banco Bpm che finora non si mai realizzata per diversità di vedute. Se non ci fossero alternative, si potrebbe far alzare il prezzo: il mercato è convinto che, nonostante Carlo Messina due giorni fa abbia sottolineato che «il prezzo non sarà aumentato» auspicando l'operazione possa diventare friendly, alla fine l'offerta potrebbe salire a due azioni Intesa ogni azione Ubi. Non solo ma soprattutto se l'offerta non dovesse raggiungere il 100%, si potranno chiedere meccanismi di governance: un ruolo per Massiah, la presenza di un esponente di Ubi nel cda di Intesa, il mantenimento della banca bergamasca come legal entity per 3-5 anni, con la possibilità di esprimere un presidente. Ma sono ancora ipotesi tutte da esplorare. Intanto oggi il patto di consultazione esamina l'ops.
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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