Il Friuli Venezia Giulia accelera «Via i divieti: uno o due casi non ci faranno cambiare idea»

Venerdì 28 Febbraio 2020
LA SVOLTA
TRIESTE Scuole, asili, teatri. Cinema, chiese, stadi e palestre. Anche il Friuli Venezia Giulia è pronto a riabbracciare un concetto che sembrava essersi perso: la normalità. E normalizzazione sarà, a partire da lunedì. «A meno che nel frattempo la situazione non cambi in peggio - ha spiegato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga -. Non basteranno uno o due casi positivi a farci cambiare idea - ha specificato -: i divieti saranno rimessi soltanto in presenza di veri e propri focolai». Il presidente leghista è già in contatto con il ministero della Salute e ora attende il via libera da Roma per affievolire le misure di sicurezza anti-contagio. L'ordinanza entrata in vigore domenica scorsa scadrà il 1 marzo: «L'intenzione - ha illustrato Fedriga - è quella di sostituirla con una serie di consigli destinati ai cittadini e finalizzati a diminuire le probabilità di contagio».
GLI EFFETTI
Se l'operazione dovesse andare in porto, e ieri lo stesso Fedriga si è dato il 99 per cento di possibilità di successo, da lunedì mattina riaprirebbero le scuole di ogni ordine e grado. Riprenderebbero le lezioni all'università, si potrebbero frequentare nuovamente cinema e teatri, le chiese riaccoglierebbero i fedeli dopo le messe in streaming degli ultimi giorni. Il semaforo verde lo riceverebbero anche concerti ed eventi culturali, così come le partite del calcio dilettantistico e le gare degli altri sport. L'eventuale nuova ordinanza conterrebbe soltanto delle istruzioni utili a limitare le possibilità di contagio, come il lavaggio frequente delle mani e le procedure da mettere in campo nel caso si accusassero sintomi influenzali.
IL BILANCIO
In Friuli Venezia Giulia ad oggi non sono stati registrati casi di positività al coronavirus. In regione sono stati effettuati finora 160 tamponi e le persone sotto osservazione sono una dozzina. «Non esiste un sistema ermetico - ha spiegato Fedriga - ma sino ad oggi possiamo affermare che il nostro cordone di sicurezza ha funzionato. Abbiamo scelto di firmare l'ordinanza urgente anche se non avevamo casi di contagio sul nostro territorio, e lo abbiamo fatto per due ragioni: da un lato cercare di limitare le occasioni di aggregazione per arginare la possibile diffusione del coronavirus e dall'altro concederci lo spazio e il tempo per allestire la macchina dell'emergenza. Abbiamo sempre ragionato come se il contagio in regione fosse già avvenuto, e la scelta è stata premiante».
In meno di una settimana sono state allestite tre strutture (a Tricesimo e a Pasian di Prato in provincia di Udine e a Muggia in provincia di Trieste) dedicate ai pazienti in isolamento con poco meno di 100 posti letto a disposizione. Al momento vuote, sono pronte per essere utilizzate. «Abbiamo messo in moto la Protezione civile, che si riunisce due volte al giorno nella sede centrale di Palmanova - ha aggiunto Fedriga - e già dall'inizio della settimana abbiamo potenziato la centrale operativa del 112 di Palmanova (Udine, ndr) e istituito un numero verde per mettere a disposizione dei cittadini le informazioni utili».
Negli scorsi giorni, la Regione ha ottenuto dal ministero dell'Interno la possibilità di mettere in quarantena i migranti irregolari rintracciati sul territorio regionale, ma da quanto la misura è diventata effettiva non si sono registrati arrivi. Nelle prime ore dell'emergenza, Fedriga aveva chiesto a più riprese di poter aumentare i pattugliamenti in corrispondenza dei confini stradali con Austria e Slovenia: su questo fronte, da Roma, sono arrivate solo risposte negative.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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