IL FOCUS
ROMA Spaventati dal virus ma capaci di reagire. Più vulnerabili

Mercoledì 28 Ottobre 2020
IL FOCUS
ROMA Spaventati dal virus ma capaci di reagire. Più vulnerabili rispetto a pochi mesi fa ma non rinunciatari. Delusi da chi governa il Paese durante la pandemia e pronti anche a misure più drastiche di quelle stabilite dall'ultimo Dpcm. La fotografia degli italiani a pochi giorni dall'ultima stretta antiCovid imposta dal governo, restituisce l'immagine di un Paese frantumato e pessimista.
Un punto di vista che, secondo una rilevazione realizzata tra il 19 e il 25 ottobre da Swg, affonda le sue radici in un timore più marcato rispetto a quello di marzo. Il 57% degli italiani infatti (il 2% in più dei mesi scorsi) ora ritiene probabile contrarre il virus personalmente. Ci si sente più in pericolo in pratica. Ed è proprio questo che, per quasi 6 persone su 10, l'incertezza è lo stato emotivo che più si avvicina al suo modo di vivere la quotidianità. Un quadro non del tutto incoraggiante, in particolar modo se si ragiona sul fatto che a completarlo - in termini di emozioni più provate dagli italiani - ci sono vulnerabilità, paura e angoscia. Tra loro però, flebile rispetto all'incertezza predominante, si inserisce anche la speranza. Un vago ottimismo che fa i conti non solo con le prospettive di durata ulteriore dell'emergenza (per il 30% si arriverà alla primavera e per il 43% si andrà anche oltre) quanto soprattutto con le prime avvisaglie di una reazione personale sempre più difficoltosa. A guardare le rilevazioni realizzate da Swg su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, ci si accorge infatti che a fronte di un 5% di persone «paralizzate dalla paura» e di un 22% che «fa molta fatica» c'è quasi la metà del Paese (il 44%) che pur sentendo di «star reagendo bene» a volte si sente costretto a cedere al disorientamento.
SITUAZIONE ECONOMICA
Un sentire comune ferito che, come ovvio, non può non trasferirsi anche nella percezione economica. Tant'è che per più di un italiano su due (il 55%) questa è peggiorata nelle ultime due settimane, mentre per il 40% è rimasta stabile. Il che, a onor del vero, non trova ancora un riscontro nel peggioramento dell'impegno di spesa affrontato ogni giorno. Se oggi il 49% delle persone sostiene di «aver eliminato tutte le spese non necessarie», pochi mesi il report segnava ben dieci punti percentuali in più. In pratica, al di là della percezione e della paura, la situazione oggi potrebbe non essere così rovinosa.
STATO E REGIONI
Al contrario, è invece travolgente il regresso del giudizio sulla corretta gestione dell'epidemia da parte del governo, delle regioni e della protezione civile. Nei confronti di tutti e tre infatti, gli italiani nutrono meno fiducia di marzo (-1,2%), mentre cresce quella nel lavoro dell'Unione Europea (+0,8%). A causare tale malcontento è la sensazione, per più della metà dei cittadini, che non solo il governo «agisce sempre in ritardo» ma sta anche «mettendo a rischio l'economia del Paese».
Non è un caso infatti se solo per il 28% del campione le misure iscritte all'interno dell'ultimo Dpcm entrato in vigore nella notte tra domenica e lunedì, sono adeguate. Dalla restante parte sono considerate invece «insufficienti» (36%) o «eccessive» (25%), a testimonianza del principio di cortocircuito in corso tra esecutivo e Paese. In particolare, la misura più inadeguata viene considerata la chiusura dei bar alle 18, seguita a ruota da quella di palestre e teatri.
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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